Voce di Napoli | Navigazione

Il rapper Johnny Cirillo si suicida nel carcere: era stato condattato a 4 anni

È morto il rapper Giovanni Cirillo, in arte Jhonny. Il 23enne si è suicidato in carcere. Sono stati i compagni di cella a lanciare l’allarme. Quando ieri hanno visto che non si muoveva e che respirava a fatica, gli agenti della polizia penitenziaria, diretti dal dirigente aggiunto Gianluigi Lancellotta, lo hanno trasportato prima in infermeria e poi hanno allertato i soccorsi. I medici del 118 hanno tentato di rianimarlo ma Jhonny non ce l’ha fatta, è morto poco dopo.

Il suicidio

Il suicidio si è consumato intorno alle 11 in una cella della prima sezione del penitenziario cittadino, quella che ospita i detenuti per reati comuni. Il ragazzo era tornato a Fuorni un paio di settimane fa dopo la revoca del regime dei domiciliari che aveva violato quattro volte tanto da spingere la Procura a chiedere e a ottenere un aggravamento della misura cautelare.

Il regime detentivo, però, non lo reggeva più. Lo aveva ripetuto più volte dopo la condanna inflittagli lo scorso 20 luglio a quattro anni di reclusione per una rapina messa a segno nel gennaio scorso a pochi passi di distanza da casa sua, a Scafati, con una pistola che poi si scoprì essere un giocattolo. Aveva chiesto di essere trasferito a Villa Chiarugi e voleva parlare con il magistrato. Il suo stato d’animo non era sfuggito al direttore del carcere di Fuorni Rita Romano che per questo motivo aveva autorizzato il 23enne a dei colloqui con lo psicologo.

Il messaggio di don Peppino De Luca

Sull’episodio indaga la squadra Mobile di Salerno, insieme con la scientifica. Tantissimi i messaggi per il ragazzo, anche don Peppino De Luca, parroco della parrocchia San Francesco di Paola, lo ha ricordato con un toccante e significativo messaggio. “Ed ora silenzio! Giovanni Cirillo non è più! È il tempo del silenzio sui social e sui giornali! Come è morto? Lo abbiamo ucciso noi. Ogni volta che lo abbiamo giudicato per il colore della sua pelle; ogni volta che lo abbiamo giudicato per le sue azioni dimenticando la sua malattia; ogni volta che è stato indicato sui giornali come il “rapper della rapina” dimenticando il dolore della famiglia. Ad Angela ed Antonello la nostra stima e il nostro abbraccio: avete fatto di tutto! Lo avete partorito decine di volte. Ora è nelle mani di Dio. Giovanni Cirillo. Figlio nostri”».