Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, ha analizzato l’attuale situazione relativa al coronavirus in Italia. A Il Messaggero ha rilasciato alcune dichiarazioni. Per Crisanti l’Italia ha reagito bene ma bisognerebbe attivare importanti pratiche ed investimenti. Il rischio è una nuova ondata di contagi già ad agosto.
“Guardando i numeri viene da pensare che avremo problemi non a ottobre-novembre, ma già alla fine di agosto. Abbiamo molti casi in meno degli altri Paesi europei, forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi nell’isolare i focolai. Comunque anche i nostri 275 casi (bollettino del 25 luglio, ndr) non sono pochi“.
“È il momento di fare un investimento importante per organizzare una reale macchina della prevenzione. Magari concentrandoci su chi arriva da aree a rischio. Io penso ai tamponi molecolari più affidabili, anche se c’è da aspettare 24 ore. D’altra parte due sono le cose: o ti chiudi dentro una bolla, ma è impossibile, oppure fai un investimento senza precedenti sull’informatica e sui macchinari per fare tamponi, bisogna investire su qualsiasi tecnologia che permetta di identificare chi arriva con il virus“.
“Al passeggero semplicemente si dice che deve aspettare, in un hotel, l’esito dell’esame. Ci sono vari motivi. Per esempio, una diversa densità della popolazione. In aree in cui c’è alta densità il virus corre e si espande prima, in altre impiega più tempo. Ammesso, però, che stiamo testando le persone giuste. Se stiamo facendo qualcosa di buono, sarebbe meglio capirlo, studiarlo e incamerare questa esperienza“.

