La prima volta nella storia del Paese di una caserma sequestrata per torture e droga. Carabinieri che hanno infangato l'Italia
Uno scandalo che ha rubato le prime pagine dei giornali italiani e del mondo. Una vergogna che ha infangato l’Arma dei carabinieri e l’intero Paese. Carabinieri che hanno torturato e picchiato a sangue le persone che arrestavano. Militari che sottraevano per rivenderla la droga, comportandosi con i pusher come se fossero boss della criminalità organizzata.
È quanto emerso dall’indagine che ha sconvolto Piacenza. Per questi motivi e gravi accuse sono stati arrestati 10 carabinieri. Ma c’è un’intercettazione che ha tirato in ballo Napoli e la serie di successo Gomorra:
“Il malavitoso dice: ‘No, no, non hai capito. Hai presente Gomorra? Le scene di Gomorra? Guarda che è stato uguale. E io ci sguazzo con queste cose. Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato'”. Così la procuratrice capo di Piacenza, Grazia Pradella, leggendo in conferenza stampa un’intercettazione dell’inchiesta che ha portato anche al sequestro della caserma di via Caccialupo della città emiliana.
LA VICENDA –
“Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) in poche parole abbiamo fatto una piramide (…) noi siamo irraggiungibili”. Sono alcune frasi, agli atti dell’ordinanza che ha portato all’arresto di alcuni carabinieri e al sequestro di una caserma a Piacenza, raccolte da un’intercettazione ambientale. “Abbiamo trovato un’altra persona – prosegue l’intercettazione – che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice: ‘Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!’ e la roba gliela diamo noi!”.
Tra i tanti reati contestati ai sette carabinieri della caserma Levante di Piacenza arrestati questa mattina a Piacenza, ci sono anche le lesioni personali e la tortura. Vittime di brutali pestaggi erano, secondo gli inquirenti, soprattutto gli spacciatori che non volevano collaborare ed entrare nella rete clandestina di gestione della droga nel quartiere che, secondo le accuse, i militari avevano creato.
Per supportare questa accusa e’ stata mostrata la fotografia di una persona, a terra ammanettata e pieno di sangue. Gli inquirenti affermano che era stato pestato brutalmente dentro alla caserma per non aver voluto rivelare dove si trovava un ingente quantitativo di droga sul quale i carabinieri avrebbero voluto mettere le mani. Nelle intercettazioni ambientali i militari, dopo il pestaggio, cercano dello scottex per pulirlo dal tanto sangue che aveva addosso.

