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Malato di covid muore, era stato curato con lo sciroppo: scatta l’inchiesta

Malato di Covid è stato curato con lo sciroppo. Luigi Starita, cittadino di Piano di Sorrento è morto lo scorso 30 marzo al Loreto Mare, dopo una lunga agonia. La causa del decesso si è scoperta solo dopo la sua morte.

La storia

Il paziente è giunto all’ospedale di Piano di Sorrento lo scorso 8 marzo, con tosse secca e febbre alta. Il medico di base aveva precedente rassicurato la famiglia sulle condizioni dell’uomo, ritenendo che si dovesse escludere il Coronavirus poichè in zona non erano stati segnalati casi. Il 14 mattina la situazione degenera, il medico prescrive allora prescrive infiltrazione di Rocefin e Bentelan, senza però ritenere di dover fare il tampone. Arrivano due sanitari in casa di Luigi Starita, indossano la protezione individuale e si limitano a constatare l’esistenza di una bronchite in corso e a disporre una cura a base di sciroppo sedativo e vitamina b.  Ancora nessun tampone effettuato nonostante la famiglia ne avesse fatta esplicita richiesta.

Siamo al 19 marzo, quando, di fronte al peggioramento delle condizioni di salute,  viene richiesto l’intervento dell’ambulanza del 118. I soccorritori non escono dall’auto, si limitano a chiedere alla figlia di andare ad acquistare una bombola di ossigeno. “Da sola – ha raccontato la figlia, Viviana Starita a Il Mattino. – ho somministrato l’ossigeno a mio padre, tanto che fummo costretti di lì a poco a chiamare di nuovo il 118”. Con l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’uomo, viene nuovamente chiamata l’ambulanza dalla famiglia e viene finalmente predispoto il ricovero in ospedale. In ospedale viene fatta una radiografia e il tampone, che viene spedito al Cotugno.
Il 24 marzo, Luigi Starita viene trasferito al Loreto mare ma arriva in condizioni gravissime. Il 30 marzo non c’è più nulla da fare, l’uomo muore dopo una lunga agonia. Dal Cotugno nel frattempo arriva la certezza che il tampone è positivo, dall’Asl vengono informati i familiari e scatta la quarantena obbligatoria.

La rabbia della famiglia

La rabbia dei parenti che incolpano i medici di una “lunga catena di omissioni e inadempienze”. Rappresentati dal penalista Gennaro Razzino, gli stretti congiunti di Luigi Starita chiedono alla Procura di Torre Annunziata di disporre il sequestro delle cartelle cliniche, sia al Loreto Mare, sia nell’ospedale di Piano di Sorrento, dove il paziente ha inutilmente atteso che gli venissero somministrate cure adatte al coronavirus.”Mio padre godeva di ottime condizioni di salute, è morto perché non è stato curato”, ha ribadito la figlia.

Malato di covid muore, era stato curato con lo sciroppo: scatta l’inchiesta