La pagella settimanale del governo è positiva. I numeri, necessari per monitorare la diffusione del Covid in Italia e le capacità di reazione delle Regioni, confermano quelli elaborati dall’Unità di crisi. C’è un notevole calo di contagi e un livello di rischio più basso, anche se risultano ancora presenti alcuni focolai.
Il monitoraggio – fatto di 21 indicatori – è ripetuto ogni settimana dal ministero della Salute, sono fondamentali in questa fase per aiutare il Governo nel prendere le decisioni future, come la riapertura delle Regioni. per capire meglio cosa si nasconde dietro la genericità di una valutazione che non nomina nessuna regione, bisogna partire da un valore: l’incidenza settimanale dei nuovi contagi su 100.000 abitanti.
l ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato: «I dati del monitoraggio sono incoraggianti. I sacrifici hanno prodotto questi risultati. Dobbiamo continuare con gradualità e cautela». L’Istituto superiore di sanità: «L’incidenza settimanale rimane molto eterogenea nel territorio nazionale. In alcune Regioni il numero di casi è ancora elevato (ma non vengono citate, ndr) denotando una situazione complessa ma in fase di controllo. In altre il numero di casi è molto limitato. Si raccomanda pertanto cautela. Non si registrano segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali ospedalieri sul territorio nazionale. Si osservano livelli di resilienza in miglioramento».
Gli ultimi dati
Ci sono tre regioni che hanno quell’indicatore sopra a 10: la Lombardia (che ogni giorno registra circa 2/3 di tutti i casi italiani) che è a 16,78, alto anche se in miglioramento rispetto alla settimana precedente quando era a 23,75; il Piemonte a 12,46 (16,69 sette giorni fa); la Provincia autonoma di Trento che è a 12,57 (era a 24). Meno grave la situazione della Liguria che nelle valutazioni di sette giorni fa era a 15,03 (si parla sempre dell’incidenza dei nuovi contagi su 100.000 abitanti), nell’ultima pagella è scesa a 6,13, un valore simile a quello dell’Emilia-Romagna. Il Lazio, invece, è a 1,6 e questo dà il senso della differenza tra le varie regioni.
Ricapitoliamo: Lombardia 16,78 nuovi casi ogni centomila abitanti su base settimanale, Lazio 1,6. Ancora: Veneto 1,63, Abruzzo 2,74, Umbria addirittura 0,45, Marche 3,02, Campania 0,98.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato: «I dati del monitoraggio sono incoraggianti. I sacrifici hanno prodotto questi risultati. Dobbiamo continuare con gradualità e cautela». L’Istituto superiore di sanità: «L’incidenza settimanale rimane molto eterogenea nel territorio nazionale. In alcune Regioni il numero di casi è ancora elevato (ma non vengono citate, ndr) denotando una situazione complessa ma in fase di controllo. In altre il numero di casi è molto limitato. Si raccomanda pertanto cautela. Non si registrano segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali ospedalieri sul territorio nazionale. Si osservano livelli di resilienza in miglioramento».
Il fattore Rt, l’indice di trasmissione, cioè la velocità potenziale del contagio. Tutte le regioni sono al di sotto dell’1 (quindi in zona sicurezza): il Lazio è a 0,76, la Lombardia a 0,75 (in crescita), la Calabria a 0,13, le Marche a 0,55, il Veneto a 0,65, l’Umbria a 0,84, per la Basilicata addirittura compare il valore 0.