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Napoli, gli artigiani chiedono aiuto per salvare San Gregorio Armeno e l’arte presepiale

“Io non apro, senza aiuti le botteghe di San Gregorio Armeno muoiono e con loro la storica tradizione di Napoli e ne soffrira’ inevitabilmente tutta la citta’ e la Campania”. Questo il cartello che è apparso davanti ad ogni bottega dell’artigianato presepiale a Napoli. Saracinesche chiuse nel primo giorno di riapertura dei negozi dopo il lockdown, in atto di protesta. Gli artigiani, in gravissima difficoltà dopo la forzata chiusura a causa del Coronavirus, chiedono aiuti più concreti: “Chiediamo subito un incontro al governatore De Luca – spiega l’artigiano Dino Bavaro dopo aver parlato con il sindaco per continuare questa splendida tradizione. Dopo tre mesi di chiusura siamo in ginocchio, la produzione e’ ferma e la vendita e’ zero, ci serve un sostegno per mantenere la tradizione del presepe napoletano”.

Una tradizione importantissima che attira, nel cuore della città, tantissimi turisti tutto l’anno. “Negli ultimi anni il centro storico di Napoli e’ affollato non solo nel periodo natalizio, a maggio, a pasqua, in estate, ci sono sempre turisti e con San Gregorio volano anche bar, pizzerie, bed and breakfast della zona. San Gregorio prescinde ormai dal periodo, il turista che viene a maggio o a settembre vuole il pastore. Ora ripartiamo da sottozero”.

Anche Genny Di Virgilio, noto artigiano della zona, sottolinea che “de Magistris ci ha ricevuto subito e ci ha detto che ci stara’ vicino. Ma il Comune non ha possibilita’ di sostenerci e oggi chiediamo un aiuto perche’ questa vetrina internazionale che richiama migliaia di turisti non puo’ essere abbandonata e’ un biglietto da visita di Napoli. Siamo circa 50 e ognuno ha almeno un dipendente che ora e’ in cassa integrazione ma quando riapriamo ognuno avra’ dei grossi problemi, ci serve un sostegno per la ripartenza, abbiamo scritto una lettera a De Luca chiedendo un incontro, aspettiamo risposta”. “Questa e’ una strada – ha aggiunto Lucio Ferrignounica al mondo, dove si produce un’arte in esclusiva. Il nostro non e’ un discorso egoistico perche’ siamo il motore per tante attivita’ del centro storico, vogliamo sederci al tavolo, essere un interlocutore nella nostra veste di veicolo di cultura”.