Il conducente avrebbe deciso di impattare volontariamente l’automobile della Polizia su cui viaggiava Pasquale Apicella, l’agente di 37 anni deceduto nel tentativo di sventare una rapina a Napoli. E’ questa la testimonianza di uno dei tre rom accusati di omicidio volontario nei confronti del membro della banda che guidava la vettura.
A dirlo è stato Admir Hadzovic, che accusa Fabricio, il conducente: “Fabricio ha deciso di impattare frontalmente la volante della polizia. E lo ha fatto per guadagnarsi la fuga”. A riportare la testimonianza è Il Mattino. Sembrerebbe, inoltre, secondo le informative che l’Audi a bordo della quale viaggiavano i 4 rom, avesse prima tamponato un’altra volante, poi per provare a bloccare l’inseguimento sono stati lanciati oggetti contro la vettura e infine, l’auto in calata Capodichino si è scagliata contro la macchina, falciandola.
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Dunque tre dei quattro malviventi fermati hanno ammesso di aver scassinato le due banche e di aver provato a tamponare la prima auto, ma negano qualsiasi responsabilità nella la morte di Pasquale Apicella. Testimonianze che sono al vaglio degli inquirenti, ma che non convincono i pm a capo dell’indagine, Curatoli e Battiloro. Il gip scrive: “Negavano di aver lanciato alcunché contro gli inseguitori”. Risulta però difficile credere che il conducente possa aver guidato e al contempo lanciato oggetti dal finestrino. La famiglia dell’agente deceduto, rappresentata da Gennaro Razzino, chiede che sia fatta giustizia ed è pronta a costituirsi parte civile nel processo a carico dei 4 rom.

