La tragedia e il dolore vissute dalle persone vicine alla famiglia Russo e un obiettivo: comunicare le attività social per i giovani della zona
La notizia è stata comunicata dalla Curia nel tardo pomeriggio di ieri. Un fulmine a ciel sereno per la famiglia Russo: annullato il funerale di Ugo, il 15enne ucciso a Napoli sabato scorso. Grande il dolore per i genitori del giovane che non hanno potuto fare nulla affinché si svolgesse il rito funebre.
Poi l’arrivo della troupe televisiva di Non è l’arena, trasmissione condotta da Massimo Giletti su La7. L’invasione di fari e telecamere hanno urtato la suscettibilità delle persone riunite in preghiera ieri sera una volta appresa la notizia dello stop al funerale (a causa del Decreto in merito al coronavirus, ndr).
La rabbia ha preso il sopravvento e la giornalista e l’operatore sono stati allontanati. Sono stati questi episodi che hanno caratterizzato la vigilia di quello che è poi diventato un corteo funebre. La tensione, questa mattina, è stata palpabile durante il trasporto della bara dopo che la folla di amici e parenti è stata ‘scortata’ da un numeroso drappello di agenti della Polizia.
Infine, l’arrivo in solitaria dei genitori di Ugo Russo al cimitero di Napoli. Nel frattempo le stradine dei Quartieri Spagnoli dove si trova l’abitazione della famiglia Russo sono state ripulite e messe in ordine. Un piccolo gruppo di conoscenti è rimasto vicino ai familiari del ragazzo.
“Questa non è una guerra tra i Russo e il carabiniere, molti giornali hanno impostato la cosa sullo scontro. Invece è una tragedia per tutti e nessuno deve giudicare“, “L’importante è che non passi in generale il fatto che un ragazzo di 15 anni debba morire“, “È sbagliato delinquere e vivere nell’illegalità ma c’è la legge italiana che deve far rispettare le regole la pena di morte non esiste“, “Sono tante le attività portate avanti nel quartiere da associazioni che si occupano dei giovani. Non deve più succedere che un ragazzo di 15 anni perde la vita“.
Queste le reazioni delle persone presenti sul posto. Questo il loro racconto. Le facce tristi di chi probabilmente a Napoli, in determinate zone della città, ne ha viste tante. E che sembrerebbe ne abbia avuto abbastanza. Tutti sono convinti di una cosa soltanto: la morte di Ugo non deve diventare ‘inutile’. Che almeno diventi un messaggio per chi alla sua età può farcela a vivere una vita, almeno, ‘normale’.
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