Morire a 15 anni nel tentativo di fare una rapina. A Napoli, in pieno centro, Ugo, armato di una pistola finta, ha tentato di rubare un rolex a un carabiniere fuori servizio, che ha risposto alla minaccia sparando tre volte al giovane. I parenti della vittima hanno reagito devastando il Pronto Soccorso in cui Ugo era arrivato già morto.
IL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA
A Circo Massimo, su Radio Capital, parla il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho: “La reazione del carabiniere è nell’ambito di un’offesa che si stava arrecando in quel momento: si tratterà di verificare se ci sono i presupposti per la scriminante della legittima difesa o se ci sia stato un eccesso di legittima difesa. Ma è una questione che risolverà la magistratura. Credo però che il nostro sguardo debba andare oltre, a quello che è avvenuto successivamente, alla devastazione del Pronto Soccorso, che è un avamposto in favore dei cittadini: intervenire in quel modo, in gruppo, con danneggiamenti e minacce, è certamente una manifestazione criminale. E purtroppo”, nota amaro il magistrato, “non sono espressioni isolate nel territorio napoletano. Come se le istituzioni siano diventate il nemico da abbattere. Forse è questo il profilo che va approfondito”.
LA DEVASTAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO
Come se non bastasse, dopo la devastazione del Pronto Soccorso c’è stata la “stesa”: due persone in scooter hanno sparato contro una stazione dei Carabinieri: “Vogliono evidenziare uno scontro, una frattura fra quel gruppo armato e lo Stato. E si manifesta contro l’Arma dei carabinieri, una delle istituzioni più nobili e più vicine alla società. Queste manifestazioni vanno guardate in un ambito più ampio, bisogna capire se sono espressioni di criminalità organizzata, di una camorra del luogo”, ragiona Cafiero De Raho, “Laddove ci si porta armati con forme di intimidazione così evidenti si torna agli elementi di quella fattispecie di associazione mafiosa, che si avvale della forza dell’intimidazione, che produce assoggettamento e omertà” Da non sottovalutare, secondo il procuratore nazionale antimafia, un terzo profilo, “quello sociofamiliare.
I GENITORI
Guardiamo questo ragazzino di 15 anni che va a fare la rapina: i genitori non intervengono per comprendere ma scagliano la loro ira verso le istituzioni. La mia mente torna al progetto Liberi di scegliere, ai provvedimenti dei tribunali per i minorenni, che intervengono dove la famiglia non è in grado di dare formazione, vicinanza, comprensione, i principi e i valori che una famiglia deve dare ai propri figli”. Un altro tema più volte discusso in questi mesi riguarda la presenza di presidi di pubblica sicurezza nei Pronto Soccorso: “Una volta c’erano ma poi, mancando le risorse, la protezione non si è potuta mantenere e c’è stata l’esigenza di sopprimerli”, ricorda Cafiero De Raho, “Ma è evidente che di fronte a fatti criminosi di questa gravità, che si ripetono, andrà ripensata la presenza di Forze dell’Ordine nei presidi sanitari”.
GLI ORGANICI DI POLIZIA
Anche per questo, sottolinea il magistrato intervistato da Massimo Giannini e Oscar Giannino, “bisognerebbe riprendere gli organici di polizia, carabinieri, guardia di finanza. La polizia ha 20mila uomini in meno rispetto agli anni passati, vi sono esigenze che non possono essere soddisfatte. Chiediamo sempre presidi fissi sulla strada, e i fatti che si presentano sul territorio nazionale sono tantissimi, c’è sempre bisogno di uomini. Spesso si ricorre in alcune operazioni all’intervento dell’esercito, ma questa è un’opzione sussidiaria rispetto alle esigenze primarie che dovrebbero essere affrontate sempre con le forze dell’ordine. Ci sono emergenze che richiedono presenze fisse, quotidiane, stabili, ma questo richiede tanti uomini. Quindi ripristiniamo innanzitutto gli organici delle forze dell’ordine, e probabilmente tante esigenze che una volta potevano essere soddisfatte riprenderanno a essere soddisfatte come in passato”.