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Molestie all’Accademia di Belle Arti, parla il prof: “Io vittima di una gogna mediatica”

Una vicenda grave e delicata all’ombra dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. “Sono vittima di una gogna mediatica, di una ricostruzione non corretta”, così parla attraverso i suoi legale il professore finito in un’inchiesta per abusi sessuali dopo la denuncia di una sua ex alunna dell’università partenopea.

Come riporta Il Mattino, con una mossa che ha anticipato tutti, il professore ha consegnato la trascrizione di centinaia di messaggi via whatsapp, instagram e facebook intercorsi con la sua alunna, nei due mesi in cui è stata vissuta la propria relazione. Tra l’ottobre e dicembre del 2019, il docente dell’Accademia e una sua allieva vivono una relazione, la differenza di età è tanta, ma l’allieva è comunque maggiorenne e si è detta consenziente al rapporto.

Un paio di mesi dopo, il rapporto si incrina e la ragazza chiede di cambiare corso, rivolgendosi al direttore dell’Accademia. Siamo a dicembre dello scorso anno, ha inizio in contemporanea una campagna interna all’Accademia, che ha eco immediata attraverso i canali social, da parte di associazioni di studentesse che protestano contro presunte pressioni a sfondo sessuale esercitate da uno o più docenti. È il caos perfetto. Quanto basta a spingere il direttore a convocare la ragazza, dalla quale apprende la sua decisione di cambiare corso, dopo una relazione privata vissuta dal docente, in modo del tutto consenziente. Ed è un elemento non secondario. Il carattere consenziente del rapporto tra docente e alunna ha convinto infatti il direttore a non sporgere denuncia, ma anche a firmare un ammonimento nei confronti del professore per aver intrattenuto un rapporto con una sua allieva. Intanto, però, in Procura arriva un esposto che fa riferimento al caso della ragazza, a proposito di uno stato di soggezione, che l’avrebbe spinta a vivere una relazione con un uomo più grande, in quanto suo docente nel corso più ambito dell’Accademia.