Aveva ricevuto un certificato di incompatibilità con il regime carcerario a causa di un tumore all’intestino con metastasi, ma purtroppo la malattia non gli ha lasciato scampo ed è morto all’ospedale Cardarelli. Era il 27 dicembre quando Giovanni De Angelis è deceduto all’interno della struttura ospedaliera di Napoli.
A parlare oggi della sua storia è Samuele Ciambriello, garante dei detenuti in Campania, che ha denunciato il trattamento ricevuto dal quarantasettenne, parlando di “Violazione dei diritti costituzionali per il mancato differimento della pena” e di “Trattamento contrario al senso di umanità”.
L’uomo era evaso dai domiciliari e fu trasferito in cella, grazie al lavoro di Ciambriello, il detenuto era riuscito a ottenere un certificato di incompatibilità con il regime carcerario: “Ha avuto colloquio con me il 3 dicembre e dopo diversi solleciti a livello sanitario, il detenuto è stato portato all’ospedale Cardarelli, dal quale veniva dimesso con prognosi tumorale che annunciava ‘una vita breve’ – si legge in una nota di Ciambriello – Sollecitata da me, la Direzione sanitaria del carcere di Poggioreale mi confermava che il 5 dicembre aveva emesso un certificato di Incompatibilità col regime carcerario“.
“Voglio qui ricordare che nella nostra regione si contano sulle dita di una mano le dichiarazioni di Incompatibilità col regime carcerario“, ha spiegato il garante. L’uomo aveva avuto un incontro con un collaboratore di Ciambriello, in quell’occasione: “Risultava depresso, confuso, e affetto da schizofrenia indifferenziata. Dalla fine del mese di novembre, e per l’intero mese di dicembre, il suo avvocato ha chiesto senza ottenere alcuna risposta, al Tribunale di Sorveglianza di Napoli una concessione di misura alternativa alla detenzione – prosegue – Il 27 dicembre scorso, dal carcere di Poggioreale è stato allertato il 118, il detenuto è stato portato al Cardarelli dove è morto. Pare che lo stesso 27 dicembre fosse arrivata l’autorizzazione del magistrato di Sorveglianza, alla detenzione domiciliare presso l’abitazione della sorella in Napoli”. “Non è accettabile – conclude Ciambriello – che un detenuto muoia in uno stato di detenzione dopo che, per una patologia nota e conclamata, è stata dichiarata l’incompatibilità con il regime carcerario. Non si può morire di carcere e in carcere”.

