La professoressa si scaglia contro la"politica dell'odio" di Salvini
Alla vigilia della prima, grande e attesissima manifestazione delle “sardine napoletane” in Piazza Dante, domani 30 novembre 2019 (ore 19:00), Vocedinapoli.it ha intervistato la portavoce ed organizzatrice del flash mob “Napoli non si Lega“, Antonella Cerciello. La tenace professoressa di educazione fisica di Pozzuoli, punta l’indice contro le politiche adottate da Salvini, contro la sua “politica di chiusura mentale e culturale“, contro una “destra egoista“. La manifestazione napoletana è ispirata e coordinata al movimento delle “Sardine” sceso in piazza, per la prima volta, lo scorso 14 novembre a Bologna mentre Salvini era al PalaDozza, impegnato a lanciare la campagna elettorale della candidata Lucia Borgonzoni alle prossime elezioni regionali.
L’evento che si terrà domani, stando a quanto afferma la Cerciello, promette di non tradire le aspettative di quanti hanno voluto, appoggiato e promosso la manifestazione bolognese organizzata dal trentaduenne Mattia Santori, insieme ad altri tre coetanei (Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa). Del resto, un dato che lascia già ben sperare le nostre “sardine napoletane“, risiede nel fatto che, date le adesioni previste, il flash mob sia stato spostato da Piazza del Gesù (dove inizialmente la Cerciello aveva promosso via social l’adunanza), alla più accogliente Piazza Dante; come afferma la leader delle “sardine campane“: “La scelta, concordata con Questura e Polizia Amministrativa, di spostare il luogo dell’evento da Piazza del Gesù a Piazza Dante, deriva proprio dall’aspettativa di grandissima partecipazione e dalla necessità di garantire la sicurezza di tutti. Saremo tanti e stretti, come le sardine!”
Quando hai deciso di unirti al movimento di Bologna e perché?
L’idea di riportare a Napoli quanto visto a Bologna in Piazza Grande è stata quasi immediata. Ho pensato fosse un’occasione inaspettata per uscire dal guscio e per dire basta alla politica di odio e intolleranza di certi personaggi politici. Questi ragazzi mi hanno conquistata immediatamente per i toni utilizzati e per la voglia di dire a tante persone, ormai disorientate, che non siamo soli e che bisogna stare stretti per evitare di lasciare spazio a chi non è in grado di rispettare e rappresentare noi e la ricchezza culturale della nostra terra.
Quale potrebbe essere la ragione principale che dovrebbe spingere i napoletani a scendere in piazza il 30 novembre?
Prima di tutto quello che sta spingendo tanta Italia, dal 14 novembre, quando sono scesi in piazza i bolognesi, ovvero che non stiamo dalla parte dei fomentatori di odio, dei manipolatori, dalla parte di un partito che disprezza l’essere umano, gli ultimi, i deboli, che non stiamo dalla parte di chi soffia sul fuoco delle paure per attrarre consensi. I napoletani che si sentono di condividere questo momento, ancor più, lo stanno facendo, dimostrando tanto entusiasmo sui social da cui è partita la richiesta di partecipazione, perché leggono ancora negli occhi del segretario della Lega, il disprezzo verso i meridionali, anche se non lo esprime più per chiare ragioni elettorali.
In varie interviste avete detto di essere “apartitici” ma non “apolitici”, vuoi chiarirci questo tipo di esternazione?
Fare politica significa mettersi in discussione, fare delle scelte, esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori, mettendoci la faccia, scendendo in piazza. Ed è quello che stiamo facendo. Siamo sicuramente apartitici, invece, perché non legati a nessuno.
Avete anche affermato di credere ancora nella politica con la “P” maiuscola ma esiste ancora secondo voi? credete ci siano, al di là dell’orientamento politico, una o più figure che ad oggi possano andare a colmare quel grande “gap” che ha investito la politica italiana dopo vent’anni di Berlusconismo ed il diffondersi dei partiti populisti?
Noi ci crediamo e le persone con la loro voglia di partecipazione ci stanno dimostrando che possiamo crederci insieme. La politica la fanno le persone e i valori che si portano dietro ed è per questo che sentiamo di poter sperare che non ci può essere rassegnazione, ci sono tante persone di tante generazioni diverse che hanno voglia di dire, fare e partecipare, solo per il bene del Paese.
In tanti hanno accostato questo neonato movimento a quello che a suo tempo portò alla nascita dei “grillini” e dei “5 stelle”, quali sono le differenze tra le “sardine” ed i “grillini”?
Il Movimento 5 stelle, nonostante i tanti consensi, anche al momento della sua nascita, ha puntato su un’idea di cambiamento che però non ha trascinato con sé, che non ha convinto, e a ragione direi, il favore di molti di quelli che ci saranno sabato in piazza. La differenza la si fa con il linguaggio e con i fatti, senza tenere sempre il dito puntato sugli avversari per poi ritrovarsi vittime di questo stesso sistema accusatorio che allontana i cittadini delle istituzioni ed il Paese dalla sua ripresa.
E a quelli che vi accostano a tanti movimenti “meteore” come i “girotondi” nel 2002 o il “popolo viola” nel 2009, destinati a nascere e morire in breve termine cosa rispondete?
Ci accomuna il desiderio, l’esigenza, di contrastare una realtà politica pericolosa o assente. L’altra analogia è che anche allora c’era l’idea di non far venire in piazza i partiti con le loro bandiere. Il movimento dei Girotondi era però molto più politico. Io nutro la speranza che la marea di sardine non si fermi più. Credo si sia arrivati alla consapevolezza di una gravità che va addirittura oltre la mancanza di democrazia e di rispetto per i cittadini tutti. L’emergenza climatica, per esempio, che anche i giovanissimi avvertono, ci sta risvegliando perché si avverte un pericolo concreto. Lo scempio dei migranti, poi, sta mostrando, sempre più negli ultimi tempi, che l’indifferenza, il non impegnarsi seriamente, può renderci disumani.
Vi hanno anche spesso accusato di essere solo un movimento nato “contro” Salvini ed un certo tipo di politica ma non “per”, cioè non a favore di un piano politico, di sollevare problemi ma di non proporre soluzioni, cosa ti senti di rispondere?
Aspetterei a dirlo onestamente. Siamo in piazza non soltanto contro Salvini, ma per dire che siamo contro quel che lui rappresenta. Siamo in piazza per riprenderci il nostro spazio e per combattere microbi ormai insidiatisi nel quotidiano come l’intolleranza, il non rispetto dell’altro, l’accusa ingiustificata, la diffusione immotivata di odio e il non rispetto delle Istituzioni.
Dopo la manifestazione in Piazza Dante, quali saranno i prossimi obiettivi del movimento delle “sardine” a Napoli?
Questo è il momento di riempire la piazza.
Parole quindi, quelle della professoressa campana, che puntano alla tolleranza, al rispetto del prossimo, alla volontà di rinnovamento di una politica ormai logora e priva di serietà, a politici che fanno leva sulle difficoltà nelle quali vessano gli italiani per promuovere l’odio e l’intolleranza. Non ci resta che aspettare di vedere come risponderanno i napoletani domani al richiamo delle sardine.