Crac finanziario per Cristina Chiabotto. L’ex Miss Italia ha debiti con il fisco per oltre 2,5 milioni di euro. La soubrette venderà i negozi di cui è proprietaria e ha avviato la «salva-suicidi», procedura di liquidazione prevista dalla legge per i piccoli imprenditori e liberi professionisti che si trovano a dover affrontare problemi con il fisco. Una notizia questa, che ha suscitato un enorme clamore mediatico.
“Purtroppo, in totale buona fede, mi sono affidata ai professionisti sbagliati. Sono stata mal consigliata sotto il profilo fiscale quando, ancora giovanissima, a 19 anni, ho iniziato la mia attività“, questa la dichiarazione della Chiabotto non appena è stata divulgata la notizia dei suoi problemi con il fisco. L’istanza, presentata a giugno è stata accolta dal giudice Matteo Buffoni del Tribunale di Ivrea a inizio novembre e arriva dopo un mese e mezzo dal matrimonio da favola con oltre quattrocento invitati tra Cristina e il suo compagno, Marcio Roscio a Venarìa.
Non è la prima volta che la Chiabotto ha problemi con il Fisco, già nel 2014 era venuta alla luce una situazione anomala a seguito di alcune verifiche della Guardia di Finanza di Torino per il periodo tra il 2008 e il 2013. “Fu accertato – come scrive il giudice Buffoni nel decreto – un comportamento elusivo (non fraudolento) e di conseguenza ripreso a tassazione un reddito superiore rispetto a quello dichiarato“. Lo stesso giudice precisa anche che per lo stesso motivo negli anni passati le erano state pignorate somme in entrata per un valore di circa 167mila euro.
Per far fronte al debito la soubrette metterà in vendita i negozi a Torino e a Borgaro Torinese, di cui è proprietaria con la sorella Serena, che ha dato l’assenso alla cessione degli immobili: hanno un valore di circa 250mila euro. Salderà il resto dei conti con parte del reddito: quello fatturato nel 2018 è di 500mila euro circa, ma quello disponibile ammonta alla metà. Anche perché come dichiarato a giugno non risultano beni, conti correnti o mezzi di proprietà dell’ex Miss Italia. “Sono stata costretta a ricorrere alla legge “salva suicidi” – conclude la soubrette – per far ciò che ritengo giusto e doveroso: pagare, come tutti, le somme effettivamente dovute. Non mi resta che attendere l’esito della procedura con la serenità di chi ha la coscienza a posto“.

