I parenti delle vittime non saranno a Genova per la commemorazione. Il ricordo dei quattro giovani scomparsi ci sarà a Torre del Greco
Un anno fa il dramma del Ponte Morandi, il crollo dell’infrastruttura ligure che causò una strage (ben 43 morti e 566 sfollati), ha reso doloroso e sofferente il ferragosto di tutti gli italiani. 365 giorni dopo per le famiglie delle quattro vittime originarie di Torre del Greco (località vesuviana in provincia di Napoli) non è cambiato nulla.
“Non andiamo a Genova perché a un anno dalla scomparsa di Antonio, Giovanni, Gerardo e Matteo preferiamo restare a Torre del Greco, tra le persone che li hanno amati. E poi in un anno lo Stato si è completamente dimenticato di noi. Neanche una telefonata, un contatto. Niente“, queste le parole – riportate da La Repubblica – di Roberto Battiloro, papà di Giovanni, il giovane videomaker e giornalista, morto nel crollo del ponte mentre andava in vacanza con tre amici.
Proprio oggi alle 11,36 a Torre del Greco scatterà un minuto di silenzio in tutta la cittadina per commemorare Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione. I loro familiari non andranno a Genova ma resteranno nel paese natio per ricordare le proprie vittime. Una forma di affetto, rispetto e protesta nei confronti dei giovani che hanno perso la vita e nei confronti di uno Stato che li avrebbe dimenticati troppo in fretta.
Ai ragazzi è stato dedicato un murales con quattro volti, finanziato dalla colletta organizzata dagli amici, “e verrà esposto oggi nel palazzo baronale e dopo a piazza Santa croce, il giorno e l’ora esatta in cui quel ponte cadeva per negligenza umana e non per uno strano caso, rubando alle Nostre vite il sorriso e la presenza costante dei nostri quattro angeli e nel cortile della chiesa Sacro Cuore di Cappella Bianchini alle ore 19, sarà celebrata la messa“, così come scritto e pubblicato su Facebook.
“L’unica istituzione che abbiamo avuta vicina è stato il sindaco, per il resto nessuna solidarietà umana, né una telefonata, nessuno ha avuto il desiderio di venirci a parlare, guardandoci negli occhi. Non me la sento proprio di andare a Genova per stare vicino a persone che hanno dimostrato di fregarsene di noi. Un silenzio assordante per una tragedia dove sono chiare le responsabilità, anche del ministero dei Trasporti. Persino il presidente Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno si è dimenticato di noi. L’attenzione è rivolta solo agli sfollati e non a chi ha perso un figlio, un fratello. È una cosa intollerabile“, ha affermato il papà di Battiloro.
Quello che non è mai mancato, oltre alla vicinanza delle istituzioni locali, è stato il sostegno degli amici delle vittime, di cui alcuni sono stati gli autori del murales: “I quattro dipinti su tela raffiguranti i volti dei quattro ragazzi realizzati da Pem Art (Antonella Magliano e Paolo Petrarca) che ha contribuito in modo gratuito alla realizzazione sono stati voluti da noi, un gruppo numeroso di amici fraterni che con una colletta abbiamo raggiunto una cifra per finanziare le spese dell’opera, con la speranza di dare un segnale chiaro rivolto alle memorie degli individui che troppo spesso con tanta facilità tende a dimenticare, e dire che questa città invece non molla…I cittadini di Torre del Greco non vogliono dimenticare. Questi giovani che ci hanno lasciato quel maledetto giorno, hanno ancora tanti amici, tante persone che li amano. Oggi con questa azione, ribadiamo che tutte queste persone, e la città intera, rimaniamo al fianco delle famiglie a lottare per avere giustizia e rispetto, cosa che non abbiamo più visto ne dallo Stato né tanto meno dalle lobby compromesse in questa vicenda“.
Ad autorizzare l’esposizione dell’opera è stato il sindaco Giovanni Palomba che ha anche disposto la bandiera a mezz’asta: “Ho proposto che venga sistemata in Comune o in un altro edificio comunale, ma decideranno loro dove“. Poi, questa sera, è previsto anche un flash mob durante il quale verranno accese 43 lanterne, “per ricordare che tutte le vittime di quella giornata meritano il ricordo e che come nazione abbiamo perso 43 italiani che non avevano colpa“.