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Storia, cultura ed enogastromonia grazie al pomodoro cannellino flegreo

Gli antichi, nel 720 a.C., riconoscevano in Cuma molte potenzialità, tra queste: la geolocalizzazione, in quanto ritenuto un punto strategico per il commercio, grazie alla sua estensione sino alla costa; la conformazione: per la presenza di pareti ripide e scoscese, che ne impedivano l’irruzione dei nemici; la fertilità, dando campo libero alla ruralizzazione, soprattutto nella città bassa. Cuma, dopo la colonizzazione dei greci, ha subito l’influenza di tanti popoli, i sanniti ed i romani prima ed i bizantini ed i saraceni poi. I suoi resti, non sono stati portati ancora tutti alla luce ed i lavori archeologici procedono in tal senso. In quella terra fertile, che attualmente si estende tra Pozzuoli e Bacoli, tra le rovine di una civiltà passata che fa da sfondo, da anni c’è chi coltiva quella terra e, in modo particolare, coltiva il “pomodoro cannellino flegreo”.

Grazie ad un evento organizzato da Floriana Schiano Moriello, giornalista food writer e consulente per aziende agroalimentari e ristorazione, nel pomeriggio di martedì 23 u.s., l’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo, a cui fanno parte otto produttori, ha inaugurato la seconda stagione di raccolto. Un press tour tra le antiche rovine di Cuma, dove la storia, la cultura, l’archeologia e l’enogastronomia si fondono in un’unica cosa. Nell’ambito dell’evento, incentrato nel far conoscere le tecniche di coltura, le caratteristiche e le eccellenti proprietà organolettiche di questa varietà di “oro rosso”, si è sottolineato l’importanza di un lavoro sinergico da parte delle aziende, del territorio e delle istituzioni locali, al fine di poter far sviluppare e valorizzare l’ambiente che ricade nella zona dei Campi Flegrei.

Su di un totale complessivo di 65 ettari di terreno, di cui dispongono le aziende, ben 15ettari, rispetto ai 10 iniziali, sono destinati alla coltivazione di questa varietà di pomodoro che rischiava di estinguersi che viene consumata come ortaggio fresco o trasformata in conserva.

Giovanni Tammaro, Presidente dell’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo, ha illustrato che solo nello scorso anno ben 55 tonnellate, che costituiscono quasi la metà del raccolto, sono state destinate alla trasformazione in conserva. Ancor di più ci si auspica per il futuro, al fine di far fronte alla richiesta di ristoratori e pizzaioli che già hanno introdotto nel proprio menù questo tipo di pomodoro dalla forma oblunga, caratterizzato da una lieve strozzatura nella parte centrale, del peso che oscilla tra i 15 ed i 20 grammi, la cui polpa è spessa e soda mentre la buccia è sottile, il cui colorito è di un rosso intenso in piena maturazione. Le origini del pomodoro cannellino, annoverato dalla Regione Campania tra i prodotti tradizionali, sembrerebbero risalire all’800 e, se ancor oggi possiamo goderne la bontà è solo grazie al fatto che il suo seme è stato tramandato da generazione in generazione, infatti, non è una varietà ibrida ma il lavoro certosino, da parte dei coltivatori, di conservare i suoi semi ad ogni raccolto.

La semina avviene tra febbraio/marzo e la sua coltivazione, con il supporto di canne e spago in juta o canapa, viene realizzata alla vecchia maniera, manualmente, così come il raccolto, che avviene nei mesi di luglio ed agosto. Sono intervenuti all’evento: il dott. Fabio Pagano, neo direttore del Parco Archeologico di Cuma, che ha sottolineato quanto il sito archeologico di Cuma rappresenta un eccezionale contesto naturalistico che conserva importanti tracce del paesaggio agrario e forestale flegreo, offrendo al visitatore un’esperienza singolare. Inoltre, tra gli obiettivi prioritari del Parco rientra la salvaguardia e la valorizzazione di questo patrimonio, favorendo progetti di sostenibilità e occasioni di sviluppo territoriale; Roberto Gerundo, assessore all’urbanistica del Comune di Pozzuoli, nonché promotore del progetto MAC (Monteruscello Agro City), volto alla riqualificazione delle aree urbane e dei terreni agricoli incolti localizzati nella frazione di Monterusciello, attività tra l’altro supportata dalle associazioni di categoria Coldiretti, per l’occasione rappresentata dal direttore Generale della Campania Salvatore Loffreda e Confagricoltura, rappresentata dal Presidente della Campania Fabrizio Marzano, le quali insieme stanno sostenendo gli otto produttori nel percorso di crescita.

Dal blog: semplicementealessandra.wordpress.com