Spogliatoio rotto, la congiura dei "senatori" e il ruolo del "Pupone". L'addio di De Rossi ha aperto un Vaso di Pandora nella squadra giallo rossa
La scorsa stagione Francesco Totti, alla fine di quest’ultima quello di Daniele De Rossi. La Roma negli ultimi due anni ha chiuso con i “due Capitani” cicli storici che hanno fatto la storia del club.
Ma gli addii spesso non sono indolori e trascinano con loro rabbia, delusione e rancori. È il caso, questo, di De Rossi. Infatti, dopo la chiusura di un campionato poco entusiasmante della squadra giallorossa, l’audio che giorni fa è impazzato sulle applicazioni di messaggistica più diffuse, ha rivelato la rottura tra il centrocampista e la società.
Ma è un’inchiesta di La Repubblica ad aver aperto un vero e proprio Vaso di Pandora. Per il quotidiano lo spogliatoio e la società giallorossa era completamente spaccato: dai giocatori, allo staff medico, fino ai dirigenti. Tutto sarebbe iniziato a metà 2018 con l’arrivo di Nzonzi che avrebbe indispettito De Rossi.
Poi la “rivolta” e la “congiura” dei “senatori”, Kolarov, Manolas, De Rossi e Dzeko. Questi ultimi dopo “essersi liberati” di Totti avrebbero remato contro il tecnico Eusebio Di Francesco, colpevole di fare allenamenti troppo dispendiosi e tatticamente improduttivi, e il Ds Monchi che avrebbe portato nella capitale giocatori poco motivati e non da Roma.
A svelare il tutto, una lunga mail di Ed Lippie, fedelissimo di Jim Pallotta ed ex preparatore atletico del club. Coinvolti anche due dottori, il fisioterapista Damiano Stefanini e – soprattutto – il medico sociale, Riccardo Del Vescovo. Questi ultimi avrebbero sostenuto il gruppo dei “ribelli” per far pressione affinché Totti venisse allontanato da Trigoria.
Ma essendo questa possibilità molto improbabile, ecco che gli “scissionisti” hanno puntato a far cacciare Di Francesco e Monchi, entrambi legati al “Pupone“. Questa ipotesi si è poi avverata, con il Ds che in rotta con la dirigenza ha preferito dimettersi pur di non esonerare il tecnico, mentre quest’ultimo ha fatto da “martire” considerato il licenziamento avvenuto nel corso della stagione. Solo che ad essere silurati sono stati anche Del Vescovo e Stefanini, decisione che sarebbe stata presa da Totti e mal digerita da De Rossi & Co.
La vicenda seguirebbe un filo logico, un cerchio che si sarebbe chiuso in quell’appassionato abbraccio di fine campionato proprio tra De Rossi e Totti. Infatti, mentre i due capitani si stringevano sotto al diluvio che bagnava l’Olimpico, si sarebbe sentito un “non volevo“. Ma ormai, come disse Giulio Cesare, “alea iacta est“…il dado è tratto.