Il Napoli torna al successo in campionato, batte 2-0 il Frosinone e allunga a +8 sull’Inter blindando il secondo posto. A fine partita, tuttavia, non si placa la contestazione degli ultrà azzurri.
Callejon, che oggi ha festeggiato le 300 presenze con la maglia del Napoli, è andato sotto la curva che ospitava i partenopei, si è tolto la maglietta e l’ha lanciata ai tifosi che l’hanno restituita al giocatore, amareggiato da quanto accaduto. Un episodio spiacevole al termine di una gara decisa dalle reti di Mertens (che raggiunge Maradona a 81 gol in serie A) e dello straripante Younes.
Il giocatore spagnolo, da sei anni in azzurro, ci teneva particolarmente a festeggiare il traguardo raggiunto. Ha provato in tutti i modi a far gol, negato da ben due legni colpiti. Poi voleva quantomeno condividere la gioia con i tifosi che di tutta risposta non hanno gradito la maglia numero 7, rispedendola indietro. Poco prima Mertens aveva chiesto alla curva di smetterla di contestare.
Tutto inutile. La polemica degli ultrà con la gestione del presidente Aurelio De Laurentiis colpisce così anche i giocatori azzurri. Nella notte tra sabato e domenica a Napoli sono stati esposti fuori allo stadio, lungo via Marina e in piazza del Plebiscito, tre striscioni, firmati curva B, contro il produttore cinematografico. “Carletto l’ultimo prescelto per prendere in giro tutti senza un vero progetto” questo il testo del messaggio.
Una polemica che adesso sembra allargarsi anche ai giocatori, che non hanno gradito il trattamento ricevuto a fine gara.
Un gesto che l’avvocato Emilio Coppola, legale degli ultrà azzurri coinvolti negli incidenti di San Siro prima di Inter-Napoli dello scorso dicembre, dove morì un ultrà nerazzurro, prova a spiegare con queste parole:


