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Provoca paralisi cerebrale a neonato, ginecologo intasca i soldi dell’assicurazione e non risarcisce la famiglia

Durante un parto, avvenuto oltre dieci anni fa, aveva procurato lesioni gravissime a un neonato, al quale fu diagnosticata dopo la nascita la tetraparesi spastica, una forma di paralisi cerebrale che colpisce entrambi gli arti superiori e inferiori.

Nonostante il clamore mediatico grazie a un servizio in una nota trasmissione televisiva e una sentenza del Tribunale civile di Napoli, che ha riconosciuto un ginecologo napoletano responsabile delle gravissime lesioni subite dal piccolo, a distanza di tutti questi anni il professionista non solo non ha risarcito la famiglia ma addirittura ha intascato il soldi che la sua compagnia assicurativa aveva messo a disposizione.

Una vicenda pietosa che ha avuto, finalmente, un epilogo questa mattina quando i militari del Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Napoli, diretti Tenente Colonnello Ermete Liberatore, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, pari a 516mila euro, finalizzato alla confisca diretta e per equivalente, emesso dal Gip di Napoli a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – Sezione III Criminalità Economica, nei confronti del ginecologo e della moglie di quest’ultimo. Entrambi sono accusati di riciclaggio e si sono visti sequestrare denaro contante, beni mobili e immobili.

La famiglia del neonato, che oggi ha 12 anni, è stata risarcita solo dalla clinica privata dove avvenne il parto. La quota che il medico è stato condannato a risarcire (quasi 830mila euro) non era mai stata versata nonostante la compagnia assicurativa del professionista mise a disposizione dell’assicurato l’intero massimale.

Il ginecologo anziché far versare direttamente la somma ai genitori del piccolo, fece accreditare l’importo su un conto corrente cointestato al figlio e, una volta incassata la somma, non girò nulla ai beneficiari ma se ne impossessò definitivamente girandola e frazionandola, con svariate operazioni compiute dai congiunti, attuali indagati, su altri conti correnti nella disponibilità di questi ultimi, facendone perdere le tracce.

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