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La Juventus e quel “complotto” che conviene a tutti

La cultura del sospetto, strane plusvalenze, decisioni arbitrali. Ci si lamenta di tutto ma nessuno denuncia nulla

Figli di calciopoli, dopano i calciatori, hanno la tifoseria collusa con la ‘Ndrangheta, corrompono gli arbitri e orchestrano plusvalenze a danno degli altri club. Ecco più o meno il ritratto che il tifoso-medio italiano dipinge della Juventus una delle squadre più vincenti e odiate d’Italia. Quest’anno, poi, nonostante il Var, i bianconeri hanno già in tasca lo scudetto e sono qualificati ai quarti di finale di Champions League.

A trascinare la Vecchia Signora, mister 150 milioniCristiano Ronaldo che di sicuro non è venuto a Torino per prendersi la pensione. Eppure, intorno alla Juventus, le polemiche non finiscono mai. Spesso anche in modo legittimo. Oltre a quelle solite in merito a calciopoli e agli errori arbitrali, in questi giorni ne sono nate due nuove: una relativa al presunto doping di alcuni giocatori (discussione lasciata alle ironiche immagini circolate sui social media), l’altra che ha riguardato alcune plusvalenze messe a segno dal club bianconero.

Eppure, a lamentarsi e dichiararsi stanchi, sono soltanto i tifosi. I protagonisti del “sistema” calcio, al di la di qualche furiosa dichiarazione durante i post partita, sono tutti muti. Non mi risultano, ad esempio, denunce ufficiali alla magistratura o alla giustizia sportiva. Per la serie, la saggezza dei latini che è ben espressa dal detto scripta manent verba volant, non è stata proprio presa d’esempio dai presidenti delle altre società.

In Italia, nel mondo del calcio, sono tutti vittime della Juventus ma nessuno ha mai messo in pratica azioni forte e concrete. Me ne viene in mente una: ritirare la propria squadra dal campionato. Oppure, far giocare la primavera. Insomma, qualsiasi iniziativa andrebbe bene, purché si faccia qualcosa di concreto oltre che lamentarsi. Ma forse il vittimismo è la tattica più semplice ed efficace per nascondere un’altra possibilità: che questo presunto “complotto” orchestrato dai bianconeri convenga anche alle vittime.

Per esempio, non credo che il colosso finanziario FCA, possa avere problemi a garantire dei benefici a quei presidenti le cui società hanno accordato plusvalenze così “comode” alla Juventus. Perché gli affari sono affari e una trattativa deve in un certo qual modo soddisfare ambo le parti in causa. Sulla questione che concerne gli errori arbitrali, invece, penso più che altro si tratti di veri e propri errori, dovuti all’incapacità di molti direttori di gara. Alcuni di essi sono anche impreparati a gestire certe pressioni psicologiche che si trasformano poi nella famosa sudditanza.

Insomma, siamo sicuri che il “sistema Juve” (l’unico club italiano, guarda caso, ad aver costruito il proprio stadio) sia così dannoso per le altre società? E siamo così sicuri che queste ultime siano del tutto prede della Zebra cattiva e famelica? Se così fosse, vorrebbe dire che questi presidenti, oltre ad essere parte lesa nella questione, sarebbero anche degli sciocchi. Ma sinceramente dubito moltissimo della stupidità di molti di loro. Compreso di Aurelio De Laurentiis, capo marketing dell’ECA, l’Associazione dei club europei presieduta da Andrea Agnelli.

La Juventus e quel "complotto" che conviene a tutti