Pugni e schiaffi a un medico intervenuto presso l’abitazione di una famiglia a Napoli dopo essere stato allertato dai genitori di un bambino in stato febbrile. E’ quanto successo nella notte tra il 2 e il 3 febbraio scorso in un appartamento di via San Donato a Pianura, periferia occidentale della città.
La guardia medica – denuncia la pagina Facebook Nessuno Tocchi Ippocrate – mentre svolgeva il proprio lavoro è stato strattonato, schiaffeggiato e preso a pugni dal papà del piccolo innervosito da una risposta, interpretata male, data dal professionista alla moglie. Il medico si è recato in ospedale per le cure del caso e per una Tac cranica e il giorno dopo ha sporto denuncia ai carabinieri.
I miliari dell’Arma hanno ascoltato il padre del bambino che ha giustificato l’aggressione spiegando che il sanitario aveva risposto male alla moglie. Parole mal interpretate dall’uomo che ha poi deciso di picchiare chi era intervenuto in soccorso del figlioletto.
“La violenza sui medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) ha raggiunto un nuovo preoccupante livello, qualcosa che a memoria non si era mai visto prima in Campania, se non in termini di aggressioni verbali”. Queste le parole del presidente dell’Ordine dei medici di Napoli Silvestro Scotti, che esprime al malcapitato collega la propria solidarietà personale e quella di tutta la categoria.
“L’Ordine è disponibile ad affiancare il collega anche per l’assistenza giudiziaria come sempre in questi casi. Non lasceremo solo nessun collega rispetto ad atti che offendono i profili stessi della missione di assistenza propri di qualunque medico”, assicura Scotti. Dalle prime ricostruzioni dei fatti, il medico in servizio presso la guardia medica di Soccavo-Pianura è stato picchiato a casa di un assistito al termine di una visita.
“Considerando anche che la percezione della relazione tra paziente e medico possa essere stata equivocata o distorta, appare poco credibile – osserva Scotti – tanto più da parte di un medico conosciuto dagli altri colleghi del presidio come uno che ha nel suo essere mite ed empatico verso il paziente alcune delle proprie migliori doti”.
“È incredibile che ormai i medici debbano lavorare nel terrore anche quando assolvono ad assistenza domiciliare – prosegue il presidente dell’Omceo napoletano – È preoccupante che i violenti si sentano tanto sfacciatamente forti da non aver timore ad aggredire neanche se già consapevoli di poter essere identificati e denunciati, oltretutto creando i presupposti perché si complichi la risposta domiciliare da parte di medici che, a quel punto, si sentano in condizioni di insicurezza anche in quell’ambito”.