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Camorra, risolto omicidio dopo 15 anni: inchiodati boss e affiliati del clan Vollaro

Risolto dopo oltre 15 anni l’omicidio di Giuseppe Iacone. In mattinata gli agenti del commissariato di Portici, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare coercitiva, emessa dal Gip del Tribunale, a carico di Pietro Vollaro, 56 anni, Giuseppe Vollaro, 50 anni, Antonio Romagnoli, 55 anni, Antonio Froncillo, 50 anni, Ciro Nocerino, 43 anni, Giuseppe Toti, 57 anni, Mariano Donadona, 36 anni, considerati capi ed affiliati della organizzazione di stampo camorristico dei Vollaro, operante a Portici e ritenuti gravemente indiziati di porto e detenzione di arma, spari in luogo pubblico, ricettazione e dell’omicidio premeditato Giuseppe Iacone detto “Peppe ‘o furnaro”, in concorso tra loro e aggravato dal metodo mafioso.

I fatti risalgono al 28 maggio 2004 quando personale del commissariato di Portici interveniva in via Bellucci Sessa di Portici dove veniva segnalata l’esplosione di colpi d’arma da fuoco. Sul posto accertava la veridicità dell’evento e il ferimento a colpi d’arma da fuoco di Iacone e di R.A.. I due, soccorsi da personale 118, venivano trasportati preso l’ospedale Loreto Mare di Napoli dove Iacone, dopo oltre due ore di intervento chirurgico, decedeva per la gravità delle ferite riportate mentre l’altra persona riportava ferita d’arma da fuoco al fianco destro con prognosi di 10 giorni.

Le indagini dirette dalla DDA ed eseguite dal Commissariato di Portici, permettevano nel corso degli anni di raccogliere pregnanti indizi probatori a carico degli arrestati che, ritenuti validi dal Gip del Tribunale di Napoli emetteva la misura coercitiva della custodia in carcere su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Gli arrestati venivano raggiunti dalla misura nei luoghi di detenzione, dove sono ristretti da anni per altri reati anche di natura associativa, mentre il Mariano Donadona veniva rintracciato nella provincia di Pesaro-Urbino dove si era trasferito da circa un decennio.