Voce di Napoli | Navigazione

“Nero vogliamo ucciderti”, Ossuele investito e massacrato di botte: “Salvo grazie a mia moglie”

Investito e aggredito senza motivo alle 4 del mattino del 31 gennaio scorso da quattro persone mentre si recava, come ogni giorno, a lavoro. E’ quanto ha dovuto subire Ossuele Gnegne, 28enne originario della Costa d’Avorio ma regolarmente in Italia da 10 anni e ad Arzano.

L’aggressione è avvenuta in via Napoli nel comune a nord di Napoli. “Nero vogliamo ucciderti”, queste le parole pronunciate dalla gang una volta scesa dall’auto, una Smart. Armati di bastoni, spranghe,  sassi e il cric dell’auto hanno iniziato a pestare Ossuele che è riuscito a sottrarsi alla furia razzista dei quattro, rifugiandosi prima dietro delle fioriere poi nel cortile di una vicina scuola dove ha chiamato i carabinieri.

“Pioveva, tremavo ma non era per il freddo – racconta il 28enne -, era per l’incubo che stavo vivendo. Ho preso il cellulare dalla tasca, ho chiamato i carabinieri, che fortunatamente pattugliavano nella zona e sono intervenuti immediatamente e hanno fermato e identificato quei carnefici”.

Si tratta di quattro ragazzi di Arzano denunciati dai carabinieri della locale Tenenza per lesioni aggravate in concorso: sono un 24enne, un 21enne e due 18enni.

IL VIDEO –

 

Ossuele è stato soccorso dal personale del 118 e condotto all’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore dove i medici gli hanno diagnosticato la frattura dell’ulna. “Sono stato fortunato – spiega- ho lividi, contusioni, un braccio spezzato, ma tutto questo passerà. Ciò che non passerà è il colore della mia pelle, che in questo mondo crea problemi”.

Il 28enne è un dipendente, regolarmente assunto, della palestra Imperial di Arzano dove si reca ogni mattina all’alba.  “Non pensavo di poter incontrare ancora persone così, a lavoro, nel mio quartiere svolgo una vita “normale” e tutti mi rispettano e mi vogliono bene”.
“Mentre mi colpiscono – aggiunge – penso a mia moglie, a mia moglie che non avrebbe mai accettato che degli uomini avessero potuto ucciderle il marito per un colore di pelle diverso dal loro. Lei mi ha dato la forza di scappare, non è stato facile mantenere la calma”.