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Camorra, passerelle armate dopo l’arresto del rivali: 8 arresti [VIDEO]

In giro armati in sella a scooter e moto per le strade di Ponticelli e del centro di Napoli (Porta Nolana) per affermare il proprio controllo del territorio dopo il blitz che nelle settimane precedenti aveva inferto un duro colpo al clan rivale dei De Micco.

Dalle prime luci dell’alba la Squadra Mobile di Napoli sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 8 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione, porto in luogo pubblico di arma comune da sparo e violenza privata commessa da più di cinque persone con l’uso delle armi, delitti aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sono state avviate dopo l’esecuzione, 28 novembre 2017, di una misura cautelare nei confronti di 23 persone, promotori e affiliati del clan De Micco, operante nel quartiere di Ponticelli.

I NOMI – Destinatari dell’ordinanza sono Michele Minichini, Alfredo Minichini, Fabio Oliviero, Gennaro Aprea, Luigi De Martino, Giovanni De Turris, Kevin Suriano e Ciro Cerrato, la maggior parte dei quali già detenuti dallo scorso marzo. I primi due sono i figli di Ciro Minichini, in carcere da anni,  e Cira Cipollaro, e fratellastri di Antonio Minichini (figlio nato dall’unione di Anna De Luca Bossa con Ciro Minichini), il giovane ucciso nel 2013 a 19 anni in un duplice agguato dove morì anche Gennaro Castaldi, 21 anni, vero obiettivo dell’agguato. Duplice omicidio che aprì la faida tra i De Micco e i De Luca Boss-Minichini, alleati in quel periodo con il clan D’Amico.

In manette in quell’occasione finì anche Luigi De Micco, 42 anni, considerato dagli investigatori l’attuale reggente del clan. Fratello maggiore di Marco e Salvatore De Micco, arrestati negli anni passati, Luigi De Micco scampò lo scorso anno a un agguato. Erano le 13.30 de 10 novembre 2016 quando da un’auto vennero esplosi oltre 15 colpi d’arma da fuoco in direzione del boss e del suo uomo fidato, Antonio Autore. Entrambi riportarono ferite non gravi.

GLI OMICIDI DEI RIVALI – Il clan, nato nel 2012 da una costola del clan Cuccaro, aveva preso in mano le redini delle attività illecite della zona di Ponticelli, eliminando pian piano tutti i suoi avversari. A partire dall’omicidio di Annunziata D’Amico, la “passilona” del Rione Conocal, sorella dei boss Giuseppe e Antonio D’Amico, uccisa in un agguato nell’ottobre del 2015. Un omicidio che segnò di fatto la supremazia dei “Bodo” nella zona di Napoli est. Supremazia difesa negli ultimi anni con omicidi eccellenti, come quello di Salvatore Solla avvenuto a pochi giorni dallo scorso Natale. Solla venne ucciso perché rifiutò di stare alle regole del clan. Gestiva una piazza di spaccio e non voleva né pagare la quota mensile né prendere la droga dai De Micco. Quest’ultimi – secondo quanto poi emerso nelle indagini – avevano pianificato anche l’eliminazione di altri due “impostori”: Michele Minichini, ritenuto vicino in passato al clan De Luca Bossa, e Bruno Mascitelli (arrestato nel settembre del 2017), legato al vecchio clan Sarno e poi ai De Micco. Piano che però non è stato mai portato a termine.

IL RITORNO DEI DE LUCA BOSSA – Dopo gli arresti del novembre 2017, i De Luca Boss del Lotto Zero, supportati dalle famiglie Minichini-Schisa, hanno provato a guadagnare il controllo degli affari illeciti nella zona di Ponticelli ma marzo del 2018 finirono in carcere in seguito a un blitz della stessa Squadra Mobile di Napoli per il duplice omicidio Cepparulo-Colonna.