In occasione dell'evento "Casa Corriere" il presidente del Napoli ne ha avute per tutti
Esaltare il presente, attaccare il passato. Pungere la politica schierandosi apertamente. Lanciare frecciatine all’ambiente partenopeo.
Il solito e vulcanico Aurelio De Laurentiis che prima di presenziare alla consueta cena di Natale con tutti i protagonisti della SSC Napoli è stato ospite di “Casa Corriere“.
In occasione dell’evento organizzato dal noto quotidiano il presidente azzurro ha parlato di calciomercato, dello stadio San Paolo, del rapporto con Luigi De Magistris e Vincenzo De Luca, dei tifosi napoletani e dei suoi ultimi due allenatori.
IL MERCATO E KOULIBALY – “Hanno offerto 95 milioni di sterline per Koulibaly, se non è un top player lui… Possibilità che vada via? Non esiste. Come abbiamo trovato lui, ne troveremo altri da mettergli vicino per farli crescere“.
I TIFOSI E I TOP PLAYER – “I tifosi si lamentano che noi a Napoli non avremmo top player, impazzisco: e cos’era Cavani? Oggi tutti lo vogliono e noi lo avevamo. I top player ce li abbiamo in casa, siamo stati in grado di formarli e ce li teniamo. Se ho sentito la mano della camorra? No, personalmente no. Abbiamo fatto arrestare chi alimentava i rapporti con tra tifo e malviventi“.
IL SAN PAOLO, DE MAGISTRIS E DE LUCA – “Avete un così bravo sindaco… Questo stadio grida vendetta, i lavori si dovevano fare quando siamo tornati in A. Ora quando arrivano le squadre ospiti mi vergogno. Ringrazio De Luca che mi ha aiutato, il sindaco per niente. Eleggete le persone sbagliate. Io ci sono stato una volta in consiglio comunale e non ci metto più piede. Li dentro è un caos totale, non è possibile fare un discorso razionale“.
SARRI E ANCELOTTI – “Dopo l’esperienza con Sarri, uomo così complesso, ho trovato in Carlo Ancelotti un uomo sereno, pieno di interessi con il quale puoi parlare di tutto. Scelsi l’ex Empoli contro tutti, mi misero i manifesti per strada, poi è riuscito a farsi amare anche dai tifosi più estremi. E’ un individualista, uno che ha lavorato sui campi in terra. Lo trovavo uno fuori giri, la moglie non poteva venire sugli spalti. Prima di lui volevo Mihajlovic, ma non mi convinse perchè troppo energico e costringeva i calciatori a seguirlo. Sarri sembrava una persona mite, ho scoperto che era troppo insoddisfatto dai suoi trascorsi. Per un comunista basare tutti sul dio denaro potava ad una sindrome di insopportabilità. Gli dicevo: “Ma chi compriamo?”, e lui diceva che non ne voleva sapere nulla“.

