Probabilmente l'allenatore del Napoli ha voluto dare un segnale a quei giocatori che hanno peccato di personalità contro il Liverpool
“Se non passiamo siamo dei coglioni” e purtroppo così è stato. Il Napoli ha subito un’altra beffa in occasione della sfida persa a Liverpool che è costata l’eliminazione dalla Champions League. Tuttavia, non si può recriminare nulla ad una squadra che fino ad allora era prima ed imbattuta in quello che è stato il girone di ferro della massima competizione europea per club.
Ma considerato che gli ottavi di finale erano considerati un traguardo da raggiungere, come obiettivo stagionale per il Napoli, non si può nascondere l’amarezza che ha circondato l’ambiente azzurro. Ma la delusione per l’eliminazione è stata subito superata. In primis con le dichiarazioni proprio di Ancelotti in merito alla possibilità di vincere l’Europa League.
E poi con la vittoria sul campo del Cagliari, avvenuta ieri e che ha permesso agli azzurri di restare attaccati al treno Juventus lasciando indietro l’Inter. Ma c’è stato un aspetto che non ha lasciato indifferenti tifosi e addetti ai lavori. Quella messa in campo da Ancelotti contro la squadra sarda, è stata una delle formazioni più criptiche di sempre. Non solo dal punto di vista tattico, senza una vera punta ad affiancare Milik in attacco ma anche dal punto di vista delle scelte.
“Re Carlo” ha tenuto fuori giocatori come Albiol, Hamsik, Callejon, Insigne e Mertens. Il quintetto dei “senatori” se così vogliamo chiamarlo. Giocatori d’esperienza, da tempo parte del gruppo azzurro e soprattutto elementi di grande qualità e duttilità tattica. Una scelta maturata solo per la messa in pratica del solito turn over o una sorta di “punizione” per quei calciatori da cui tutti si sarebbero aspettati di più contro i “Reds“?
La verità la conosce soltanto Ancelotti, c’è da dire che dopo un pò di difficoltà e di sfortuna, grazie alla punizione calciata da Milik, il Napoli è riuscito a vincere e a conquistare i tre punti. Qualsiasi sia stata la ragione che ha motivato tale scelta, i fatti ci hanno detto che l’allenatore azzurro ha avuto di nuovo ragione.
