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No alla Normale di Pisa a Napoli, nasce il polo universitario meridionale ma scoppia la polemica

Si è infiammata la polemica istituzionale sul rifiuto da parte dell'amministrazione pisana di aprire una sede dell'università in città

Sembrava fatta, la prestigiosa università di Pisa, la Normale, avrebbe dovuto aprire una sua sede al Sud, nello specifico proprio a Napoli con l’obiettivo di creare sinergia e coordinazione tra due poli accademici di eccellenza. Gli obiettivi? Ampliare il settore della ricerca e “coltivare” un bacino di nuovi e giovani studiosi a Nord come nel Meridione.

L’idea di questo progetto è venuta dal Direttore della NormaleVincenzo Barone napoletano di nascita che avrebbe voluto realizzare quest’iniziativa per la sua terra d’origine. Già era tutto pronto, persino l’accordo con il rettore della Federico IIGaetano Manfredi.

Ma lo stop è arrivato a causa della volontà contraria del sindaco leghista di Pisa Michele Conti. La sua amministrazione ha bocciato e contrastato l’intera operazione che si è di conseguenza arenata (con il “consenso” del MIUR, il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca). “Una vittoria” ha tuonato il primo cittadino felice di non aver accostato a Napoli e al Sud l’università della città da lui amministrata.

Uno smacco contro il quale si sono levati cori indignati nei confronti di quella che è sembrata una vera e propria discriminazione. Anche alcuni esponenti dell’amministrazione arancione targata De Magistris si sono esposti, come l’assessore all’istruzione Annamaria Palmieri: “Non abbiamo certo bisogno, come ha giustamente sottolineato la consigliera Eleonora di Maio in consiglio comunale, di ribadire che siamo orgogliosi dell’eccellenza che esiste anche nelle nostre università del sud, le più antiche d’Europa, e non abbiamo nessun complesso di inferiorità verso il resto d’Italia sulle competenze e capacità degli studiosi e dei ricercatori dei nostri atenei. Ma il giubilo con cui un sindaco leghista, noto per memorabili battaglie contro i clochard o perché interpreta la lotta al decoro come lotta agli studenti seduti sulle scalinate, saluta il fatto che il Sud non avrà una succursale della Normale deve preoccuparci per il clima del Paese. In un mondo dominato dal buonsenso l’espansione di un ateneo dovrebbe essere considerata.un successo, non un pericolo di perdita di presunta purezza. Questa posizione è in continuità.con il drenaggio di risorse da Sud a Nord che da anni colpisce il mondo della ricerca, e con la volontà.di costrizione ad emigrare di nostri studenti, che poi -guarda caso- alimentano l’economia degli altri Atenei affittando case, spendendo risorse e mettendo a disposizione le proprie intelligenze. Per la nostra Amministrazione è particolarmente grave che il MIUR si sia fatto interprete di una parte politica e non del bene della cultura dell’intero Paese. Mala tempora currunt“.

Intanto, il contentino, Napoli e la Federico II l’hanno avuta. Infatti nascerà comunque un polo didattico dedicato al Mezzogiorno, un ateneo che si chiamerà Scuola superiore meridionale con la collaborazione della federazione delle scuole superiori (S. Anna, Normale e Pavia) e con il finanziamento di 50 milioni di euro erogati dal MIUR.

No alla Normale di Pisa a Napoli, nasce il polo universitario meridionale ma scoppia la polemica
foto di repertorio, a destra la Federico II, a sinistra la Normale di Pisa. Nei riquadri, a destra il rettore dell’ateneo napoletano Gaetano Manfredi. In quelli a sinistra, in alto, il sindaco di Pisa Michele Conti, in basso Vincenzo Barone direttore della Normale