La denuncia del medico di turno: "Polizia arrivata dopo 50 minuti". La madre: "Volevamo sapere solo come stava"
“Prendo la pistola e ti ammazzo“. Serata di ordinaria follia quella andata in scena intorno alle 19 di giovedì al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli dove il papà di un bambino ha scatenato il panico perché il figlio, inizialmente valutato con codice verde, doveva essere visitato “subito” dai medici di turno al Triage.
Prima le minacce di morte alla guardia giurata costretta ad abbandonare la propria postazione, poi quelle rivolte a un infermiere, con tanto di pugni sul vetro e minacce di “sparare”, creando scompiglio anche tra le altre persone in attesa di registrazione. Minacce che ha hanno obbligato gli infermieri a cambiare il codice da verde a giallo in attesa dell’arrivo della polizia che, sollecitata più volte, si è presentata “dopo circa 50 minuti” stando alla relazione stilata dal dirigente medico di turno e pubblicata sulla pagina Facebook “Nessuno Tocchi Ippocrate” (aggressione numero 7 del 2018).
Un atteggiamento malavitoso che è perdurato anche all’interno dei box del pronto soccorso dove l’uomo “aggrediva il personale medico infermieristico che gli capitava davanti indistintamente, incluso l’ortopedico che si trovava lì per altri motivi, impedendo il normale svolgimento del lavoro e bloccando tutte le attività in corso, strattonando e minacciando il sottoscritto, prendendomi per il camice e posizionando la fronte contro il mio volto per “sfidarmi” e minacciarmi di morte se non avessi visitato e ricoverato istantaneamente il figlio”.
Solo l’intervento delle guardie giurate, allertate dal personale in cerca di aiuto, ha evito conseguenze ben più drammatiche. “Dopo essere riusciti ad allontanare il padre veniva fatta entrare la mamma col bambino per accertare le condizioni cliniche del paziente ma essendo la postazione di guardia del polizia ancora scoperta” l’uomo “riesce nuovamente ad entrare nei box pediatrici e a lanciarsi contro il sottoscritto spingendomi forte, ma veniva fermato in tempo prima che l’aggressione degenerasse”.
Poi al momento del ricovera si tocca il punto più basso della serata, a testimonianza del degrado culturale che a Napoli regna quasi incontrastato. “La madre – racconta il medico – risponde anche che se non era il caso non lo ricoverava, voleva solo “sapere come stava il bambino”, a conferma del fatto che l’urgenza del caso veniva stabilita dai genitori e dall’incapacità delle poche guardie di mantenere l’ordine al Triage”.
Il paziente è attualmente ricoverato presso la Pediatria I, per l’ovvia incapacità della gestione familiare e per completare l’iter diagnostico già iniziato al precedente ricovero presso l’ospedale Annunziata, dove era stato dimesso nella stessa mattinata in benessere clinico e con eventuale rientro ad esami in corso refertati.