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Gli ultrà dell’Atalanta sfidano l’ipocrisia: “Dirigenti razzisti, il nostro è solo campanilismo”

“Non accettiamo lezioni da chi nel calcio italiano ha piazzato dirigenti che hanno definito ‘mangia banane‘ i calciatori di colore e ‘handicappate‘ le donne calciatrici”. In un comunicato la “curva nord Bergamo” prende posizione sulla questione dei cori di discriminazione territoriale precisando che non si tratta di razzismo (così come per le parole pronunciate in passato dal dirigente Carlo Tavecchio) ma di campanilismo.

Una nota che ha raccolto numerosi consensi tra gli ultrà di tutta Italia, napoletani compresi, e che arriva dopo la squalifica della curva della Juve per i cori contro i napoletani (“Vesuvio lavali col fuoco“) cantati gratuitamente durante la sfida di sabato scorso contro la Spal.

“Bergamo sarà il banco di prova per l’ennesimo strumento di repressione. Noi non prendiamo in considerazione la possibilità di essere privati degli sfottò fra tifoserie. Qualcuno dice che non dobbiamo cadere nella trappola, noi continueremo a essere quello che siamo sempre stati – scrive la curva bergamasca -. Gli sfottò tra tifoserie sono una delle componenti più basilari ed elementari del calcio“.

“Bergamo ha sempre schifato i cori beceri e gli ululati razzisti, ha dimostrato di essere una piazza matura e credibile. È una questione di campanilismo, non di razzismo: ben vengano ‘Bergamasco contadino’ e ‘Odio Bergamo’ cantati negli stadi. Ben vengano i cori di odio Bergamo! Tutto questo non lo reputiamo razzismo ma anzi ci lega semplicemente di più alla nostra terra, ci rende ancor più fieri delle nostre origini. Noi non siamo napoletani… la cosa è abbastanza evidente per tutti ma non per qualcuno”.

Parole che arrivano anche dopo le dichiarazioni di Gabriele Gravina, neo presidente Figc, che nei giorni scorsi ha ammonito: “Gli arbitri fermeranno le partite applicheranno il regolamento quando sentiranno i cori o saranno avvertiti di insulti razzisti o di discriminazione territoriale provenienti dagli spalti. Poi, se sospendere definitivamente la gara o riprenderla, spetterà al delegato della polizia deciderlo, così come previsto, perché poi bisogna fare i conti con sessantamila tifosi da far uscire”.