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Carcere di Secondigliano, sciopero della fame dei detenuti: arriva la smentita del Sappe

L'iniziativa dei detenuti dopo i controlli per limitare l'ingresso di droga e telefoni in carcere. Il SAPPE: "Abbiamo bisogno di più uomini e risorse"

Hanno fatto scalpore le notizie pubblicate durante le ultime settimane che hanno permesso l’emergere di una questione molto delicata e colpevole di aver messo nei guai i detenuti e in allarme gli agenti della polizia penitenziaria.

Stiamo parlando dell’ingresso clandestino in carcere di telefonini e sostanze stupefacenti. Capita spesso, infatti, che in occasione dei colloqui e delle visite in carcere da parte dei parenti dei detenuti, vengano introdotti mini cellulari e droga.

I modi per camuffarli sono diversi, addirittura inserendoli nei pannolini dei bambini. Questi episodi avrebbero costretto le dirigenze dei penitenziari ad attivare provvedimenti punitivi e restrittivi per limitare i contatti con l’esterno.

Il problema, come segnalato dall’attivista Pietro Ioia, è che ad essere sanzionati sarebbero stati tutti i detenuti e non solo quelli che avrebbero ricevuto telefoni e sostanze stupefacenti.

Secondo l’ex detenuto, oggi a capo di un’associazione che si chiama Ex DON (Ex Detenuti Organizzati Napoletani), sono stati tanti i messaggi a lui destinati dai parenti dei detenuti che sarebbero invece innocenti.

Addirittura, da parte dei dirigenti dei penitenziari, sarebbero state pianificate delle iniziative che influenzeranno le normative previste in occasione dei prossimi colloqui tra detenuti e familiari durante le festività natalizie.

Per questo, nel carcere di Secondigliano, sarebbe iniziata una protesta non violenta dei detenuti. Questi ultimi, oltre a rifiutare i pacchi dall’esterno (che comunque avrebbero avuto molte difficoltà ad entrare in carcere), avrebbero iniziato uno sciopero della fame.

Il carcere deve essere un luogo dove chi sbaglia paga il suo debito con la società. Ma secondo il principio costituzionale del recupero sociale e lavorativo del detenuto. Invece, con questi provvedimenti, si colpisce la dignità di uomini che sono reclusi e che non centrano nulla con coloro che sbagliando hanno fatto entrare telefonini e droga. Ad essere puniti dovrebbero essere loro soltanto, non tutti i detenuti. Con queste misure emerge l’incapacità di chi dovrebbe controllare e limitare questi fenomeni. Invece, in questo modo, si spinge i detenuti ad agire da soli punendo chi ha commesso un errore per evitare il rischio di essere sanzionati da innocenti“, ha dichiarato Ioia.

Ma dal Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria (SAPPE) è arrivata una netta smentita. Infatti, il Segretario nazionale per la Campania Emilio Fattorello, contattato da VocediNapoli.it, ha confermato che gli agenti di polizia mettono in pratica controlli molto serrati ma ha negato l’esplosione di qualsiasi protesta.

Non c’è in corso nessuna protesta, così come non ci sarà nessun provvedimento speciale durante le feste di Natale. Qualche giorno fa ci sono state alcune iniziative da parte dei detenuti a causa dei ritardi che i pacchi provenienti dall’esterno hanno impiegato ad entrare in carcere. Ma questo è accaduto per un semplice motivo: non c’è il numero di agenti necessario che possa consentire un rapido e corretto controllo del peso della merce proveniente dall’esterno. E visto che nei penitenziari entra di tutto, siamo costretti ad effettuare controlli molto serrati. La maggior parte degli agenti è impiegato in ambito detentivo e molti di essi svolgono anche straordinari. Ad esempio, proprio a Secondigliano, sono soltanto 40 le unità riservate a compiti istituzionali. Noi come sindacato è da tempo che stiamo chiedendo maggiori risorse e un numero più elevato di agenti“, ha affermato Fattorello.