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Poggioreale, protesta in carcere dei detenuti: “Non hanno rimosso il cadavere”

Intanto il Ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha iniziato da Secondigliano il suo giro per le carceri italiane

Le carceri italiane sono un inferno, una bomba pronta ad esplodere la cui miccia è stata già accesa. Tra sovraffollamento, condizioni igienico – sanitarie precarie e mancanza di risorse umane ed economiche, l’intera comunità penitenziaria sta vivendo un dramma senza fine.

Napoli la situazione è particolarmente incandescente con il carcere di Poggioreale luogo di grande disumanità. Dopo l’ultimo tragico episodio che ha visto morire per suicidio il detenuto Diego Cinque, un’altra triste vicenda ha caratterizzato il “Mostro di cemento“, così come è definito l’istituto dall’attivista Pietro Ioia.

È stato stesso quest’ultimo a denunciare i fatti, confermati anche dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria (SAPPE), dopo la segnalazione di alcuni familiari:

Protesta dei detenuti del padiglione Napoli, perché la salma del detenuto suicidato non veniva rimossa dalla sua cella, storie di ordinaria follia nate dalle viscere del mostro di cemento“, ha scritto Ioia in un posto pubblicato sul suo profilo Facebook.

Nel padiglione vige il regime delle celle aperte, di conseguenza la salma del detenuto era accessibile a tutti. Secondo la testimonianza dei familiari raccolta da Ioia, è stata necessaria una forte e prolungata “battitura” vicino le sbarre per stimolare la rimozione del corpo senza vita dell’uomo.

Intanto, è iniziato il tour nelle carceri del Ministro della giustizia Alfonso Bonafade, ieri la prima tappa nel penitenziario di Secondigliano. La caratteristica di questo giro istituzionale è il non – preavviso. In pratica il titolare di via Arenula non avviserà i direttori delle carceri da visitare.

L’obiettivo è quello di non trovare una situazione preparata ad hoc per l’arrivo del Ministro. Inoltre Bonafede si sincererà delle condizioni umane e strutturale dei penitenziari. Il Ministro indagherà sui reali percorsi che i detenuti dovrebbero affrontare per reinserirsi in società, così come previsto dalla nostra Costituzione.