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Sud senza futuro per i giovani: in 16 anni due milioni via

Il Rapporto Svimez 2018 è un quadro perfetto e chiaro di quanto sta accadendo in Italia, e nel caso specifico al Sud, in questi ultimi quindici anni. La crisi economica, l’arretratezza e la disperazione delle nuove generazioni che, nella maggior parte dei casi, non possono far altro che andare via.

Nel 2017 ci sono più morti che nati, anche gli stranieri iniziano a scappare e il Sud detiene un record preoccupante, negli ultimi sedici anni sono 1 milione e 883mila i residenti che sono scappati via. L’emorragia si intensifica soprattutto in Sicilia. La situazione è complessa, la questione occupazione è aumentate di poco ed è ancora molto debole, insufficiente e connotata da una forte precarietà. Non si fa altro che aprire ancora una grande voragine tra le generazioni, i giovani non trovano occupazione e, anche laddove riescano in questa impresa, non hanno alcuna tutela.

Ovviamente ci sono anche dei passi avanti rispetto agli anni passati, infatti tra il 2015 e il 2017 il Sud ha anche raggiunto nuovi traguardi, eppure questo non basta. La crescita di Italia e Grecia è stata quella più lenta d’Europa, tutti i paesi nel 2017 hanno riportato un trend di crescita positivo. La Spagna, la consolidata Germania, la Francia. Il problema resta la domanda interna, i consumi sono ancora deboli come gli investimenti privati e manca un contributo della spesa pubblica.

Tra Nord e Sud inoltre permane una forte disomogeneità, Calabria, Sardegna e Campania sono le regioni del Sud che hanno registrato un tasso maggiore di crescita. “In Campania, dopo la revisione dell’andamento del PIL del 2016 (che scende da +2,4% a +1,5%), il 2017 è stato un anno in cui il prodotto lordo ha continuato a crescere dell’1,8%, confermando nel triennio di ripresa un importante dinamismo. Nella regione sono andate molto bene le costruzioni (+16,5% nel 2015-2017), spinte dalle infrastrutture finanziate con i Fondi europei, ma anche l’industria in senso stretto prosegue la sua corsa (+8,9% negli ultimi tre anni), grazie soprattutto alla 11 spinta dei Contratti di Sviluppo, gran parte dei quali ha riguardato proprio la Campania. I servizi fanno segnare nel triennio un più modesto +3,7%, per merito in particolare del turismo. Mentre l’agricoltura va in controtendenza e accusa una flessione tra 2015 e 2017 pari a -1,3%”.

Nonostante tutto però le previsioni non sono rosee, il Mezzogiorno rischia di fatti di avere una grande frenata “È nel 2019 che si rischia un forte rallentamento dell’economia meridionale. Per l’anno prossimo, si è ipotizzato che prosegua il rallentamento del commercio mondiale; oltre a ciò, i tassi, sia quelli sul debito pubblico che quelli praticati sui prestiti alle famiglie e imprese, dovrebbero progressivamente aumentare. Nell’insieme, questi fattori inducono un rallentamento nel ritmo di crescita del prodotto: +1,2% nel Centro-Nord e +0,7% al Sud. Anche nel 2019 una parte significativa della differenza nell’evoluzione del prodotto tra le due aree è riconducibile alla dinamica dei consumi totali: +1% al Centro-Nord e +0,3% al Sud”.