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Palazzo de Il Mattino in vendita, nessun vincolo della Soprintendenza: da sede di un giornale a supermercato?

L'edificio non è ritenuto ad oggi un bene culturale, quindi non vi è alcuna limitazione alla sua destinazione d'uso

Ha suscitato grande clamore la notizia di alcuni mesi fa che la sede de Il Mattino di Napoli in via Chiatamone sarebbe stata messa in vendita e il giornale si sarebbe trasferito al Centro Direzionale. Decisione questa che non è piaciuta al Comitato di Redazione che, dopo aver appreso dell’effettiva messa in vendita dell’edificio da un’inserzione che sarebbe uscita sul quotidiano, ha indetto uno sciopero di 24 ore, dal 19 al 20 giugno. Per i dipendenti spostare la sede sarebbe come vanificare la vocazione geografica e culturale che negli anni ha acquisito l’edificio.

L’inserzione di vendita parla di “opportunità di investimento immobiliare“, in molti si domandano dopo la vendita quale sarà la destinazione d’uso del palazzo, un centro commerciale, un grande supermercato?
Il timore è che da sede di uno storico giornale possa diventare una comune galleria di negozi perdendo così la sua identità. Preoccupazione lecita se si pensa che il palazzo sito in via Chiatamone n. 65, secondo quanto appreso da VocediNapoli.it, non è sottoposto ad alcun vincolo della Soprintendenza come bene culturale e/o storico. Vincolo che, come recita l’articolo 20 del codice dei Beni Culturali, non permette che il palazzo sia adibito ad alcuni usi:
I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione“, e prevede il diritto di prelazione sull’acquisto da parte dello Stato.

Per far sì che un edificio diventi bene culturale esistono due differenti modalità, il proprietario può procedere a presentare la richiesta alla Soprintendenza, ed è questo il metodo più breve, oppure si può seguire l’iter d’ufficio. In quest’ultimo caso la procedura è più lunga, può essere presentata da un’associazione ma anche da un singolo cittadino, e prevede dei tempi larghi in cui il detentore dell’immobile può opporsi alla richiesta presentata da terzi. Intanto la Soprintendenza, attraverso un’analisi preliminare dell’architetto competente in quel quartiere, esaminerà se ci siano gli estremi perché quel bene diventi di rilevanza storico-culturale, nel caso di esito positivo provvederà all’analisi dell’immobile e della documentazione presentata al momento della richiesta e qualora dovesse riscontrare una particolare vocazione sottoporrà la proprietà al vincolo con tutte le conseguenze che ne derivano.

Palazzo de Il Mattino in vendita, edificio senza vincoli della Soprintendenza: da sede di un giornale a supermercato?