Attirati in trappola e uccisi dopo aver cenato tutti insieme, carnefici e vittime. Grazie alla ricostruzione di numerosi collaboratori di giustizia, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli è riuscita a ricostruire un triplice omicidio avvenuto il 15 marzo del 2009 a Mugnano di Napoli, comune a nord della città. Ad essere ammazzati per il loro sconfinamento e il desiderio di autonomia furono Francesco Russo detto “‘o dobermann“, 50 anni, il figlio Ciro, 30 anni, e il loro autista Vincenzo Moscatelli, 47 anni.
Erano considerati affiliati al clan Lo Russo egemone tra Miano, Piscinola e Chiaiano e in ottimi rapporti con il clan degli Amato-Pagano, gli scissionisti di Secondigliano che dichiararono guerra al boss Paolo Di Lauro. Ad oggi i corpi dei tre non sono stati ritrovati. Un caso, l’ennesimo di lupara bianca, che i pentiti hanno ricostruito negli anni e che questa mattina ha portato i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli a eseguire sette ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di affiliati ai clan dei Lo Russo e Amato-Pagano, ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni nonché occultamento di cadavere, tutti reati aggravati da finalità mafiose.

GLI ARRESTATI – Si tratta di Carmine Amato, 37enne già detenuto nel carcere di Viterbo, Cesare Pagano, 48enne, già detenuto nel carcere di Cuneo, Lucio Carriola, 43 anni già detenuto nel carcere di Terni, Mario Ricco detto Mariano, 27enne detenuto sempre a Terni, Oscar Pecorelli, 39enne detenuto in carcere a Tolmezzo (Udine), Oreste Sparano, 32enne detenuto a L’Aquila, e Francesco Biancolella, 66 anni, l’unico ancora in libertà arrestato questa mattina e condotto nella casa circondariale di Secondigliano.

Dalle indagini è emerso che Francesco Russo, il figlio Ciro e l’autista furono uccisi perché diventati troppo autonomi in alcune attività illecite e quindi fastidiosi per le dinamiche del clan. L’esecuzione venne affidata dai Lo Russo agli amici degli Amato-Pagano come spesso accadeva in quegli anni dove i due clan collaboravano anche dal punto di vista militare. Un rapporto solido quello tra il boss Cesare Pagano e Tonino Lo Russo, che oggi ha seguito la strada del padre e degli zii divenendo collaboratore di giustizia. Cesarino fece anche da testimone di nozze ad Antonio Lo Russo.
Il triplice omicidio venne consumato probabilmente sul litorale Domitio dopo la cena tenuta a Mugnano. I tre salirono a bordo delle auto dei loro carnefici e andarono incontro alla morte con i loro corpi – stando sempre alla ricostruzione di diversi pentiti – sciolti poi nell’acido.

