Definito il "Pistolero dell'Agro", Luca Criscuolo è stato arrestato dalla polizia. Dopo ore di interrogatorio ha confessato tutto agli agenti
Le manette gli si sono state strette ai polsi durante la giornata di ieri. Quando alla Polizia era chiaro chi fosse il folle che da giorni aveva seminato panico e terrore nella provincia di Salerno, in particolare tra Cava dei Tirreni e Nocera.
Si chiama Luca Criscuolo ed ha 27 anni. Giovane ma già con un soprannome che è tutto un programma: “Il pistolero dell’Agro“. Con la pistola sottratta al fratello, che fa il poliziotto a Roma, se ne andava in giro a bordo della sua auto e in compagnia del cane a sparare a caso.
Peccato che l’ha fatto mirando a delle persone in carne ed ossa. Così, dalle pallottole esplose dall’arma, una Glock 9,21, sono state ferite una ragazza di 21 anni e un pensionato di 66. “So quello che ho fatto ma non so perché. Ho sparato a più persone, non ricordo quante. Alcune le avevo già viste. Mi erano antipatiche“.
Queste le parole di Criscuolo rese agli inquirenti e riportate da Il Mattino. Dichiarazioni affermate durante l’interrogatorio avvenuto davanti al proprio avvocato Andrea Vagito. Al momento il 27enne si trova nel carcere di Fuorni accusato di tentato omicidio, danneggiamento e porto abusivo d’armi.
Conosciuto come un ragazzo per bene e brillante, Luca ha completato gli studi al liceo ed aveva iniziato e finito quelli universitari. Lavorava ed ha una passione per cani, auto e la musica rap e neomelodica. Gli inquirenti stanno indagando sul suo passato per cercare di comprendere le possibili cause dalla folle vicenda.
Un primo episodio scatenante potrebbe essere stata la morte di un amico nel 2009 dopo un incidente stradale e la separazione dei genitori. La madre è un’infermiera in un laboratorio d’analisi, il padre gestisce una ditta edile. Luca vive con la madre, ma aiuta anche il padre a lavoro e dopo l’università va a vivere a Roma dallo zio stilista.
Poi le prime fidanzate, la metamorfosi fisica e l’esperienza con le droghe che lo porterà a frequentare una comunità per tossico dipendenti.
