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La richiesta del medico ai Lo Russo: “Uccidete Iorio”, poi le scuse e due rolex

Ancora una volta i “Capitoni” sono riusciti ad entrare nelle Napoli bene creando con la forza dell’intimidazione un vero e proprio rapporto di subordinazione con due fratelli medici, uno chirurgo plastico, l’altro anestesista, costretti inizialmente a pagare il pizzo e poi, secondo le indagini svolte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli coordinate dall’aggiunto Filippo Beatrice, gravemente indiziati del reimpiego, nell’attività di ristorazione, di cospicue somme di denaro provenienti da attività illecite del clan Lo Russo.

Sono finiti così in carcere Antonio e Luigi D’Ari, di 37 e 43 anni, medici (il primo chirurgo plastico, il secondo anestesista) in servizio presso due cliniche private napoletane della zona Chiaia e Vomero ma da diversi anni anche imprenditori nel settore della ristorazione, inizialmente per “proteggere gli interessi dei titolari di note attività di ristorazione di Napoli”, ovvero i fratelli Iorio (Marco, Carmine e Massimiiano), in quel momento detenuti e sotto processo. Siamo negli anni 2013 e 2014.

La consegna dei soldi

Il bilancio dell’operazione eseguita giovedì mattina dalla Direzione Investigativa Animafia, diretta da Giuseppe Linares, è di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti dei due fratelli medici (finiti in carcere) e di altri cinque esponenti del clan Lo Russo. Si tratta di Domenico Mollica, 43enne cognato di Carlo Lo Russo (50), l’ex boss dei “Capitoni” da circa due anni collaboratore di giustizia.

L’imprenditore Mario Iorio

Mollica è titolare di una agenzia d’affari sita al centro direzionale di Napoli. C’è poi Mariano Torre, 30 anni, oggi collaboratore di giustizia dopo aver militato nel clan e aver fatto parte del gruppo di fuoco che realizzò il 6 settembre 2015 la stesa in piazza San Vincenzo nel Rione Sanità dove morì il 17enne Genny Cesarano. Coinvolti anche Gennaro Palumbo e Salvatore Silvestri, già detenuti. Ai domiciliari è finita Adriana Lo Russo, sorella del pentito Carlo e moglie di Mollica, gravemente indiziata di ricettazione aggravata per aver consegnato somme provenienti da attività illecite del clan ad esponenti dell’organizzazione stessa.

Il pentito Mariano Torre

ROLEX PER L’OMICIDIO – I fratelli D’Ari, assai conosciuti nella Napoli bene e amici, come spesso capita, di diversi giocatori del Napoli, dovranno anche difendersi da un’accusa assai infamante. E’ quella del neo-pentito Mariano Torre che – secondo quanto riportato da Il Mattino – ha rivelato che in passato Luigi D’Ari, debitore di Marco Iorio, si era rivolto al clan Lo Russo, e nello specifico ai suoi iniziali estorsori Torre, Palumbo e Silvestri, per uccidere l’imprenditore amico del Pocho Lavezzi. La richiesta fu rigettata dal clan e per rimediare alla brutta figura il medico avrebbe regalato due orologi Rolex agli affiliati.

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L’ex boss Carlo Lo Russo