E’ passato quasi un anno da quell’atroce delitto, quando nella notte tra il 7 e l’8 luglio, Ciro Guarente ha dato sfogo alla sua ossessiva volontà di ammazzare Vicnenzo Ruggiero. Dopo aver ucciso il ragazzo, fatto a pezzi il scorpo usando motosega e cemento murandone i pezzi in un garage a Ponticelli, il killer ha cercato di nascondere tutto, ma non è riuscito nel suo intento.
Mancano ancora la testa e il braccio del corpo marotriato del 25enne di Parete, sul quale la Procura ha chiesto una nuova perizia facendo slittare i funerali nuovamente. Un’attesa straziante quella dei familiari che devono aspettare ancora per poter celebrare le esequie del giovane. Il ragazzo è stato ucciso in un appartamento di via Boccaccio, ad Aversa, dove era ospite di una sua amica trans, Heven Grimaldi, la fidanzata dell’assassino. Guarente era infatti geloso di Vincenzo e soffriva la sua presenza nella vita della ragazza. Per l’omcidio è finito in carcere anche Francesco De Turris, 51 anni di Ponticelli, amico di lunga data del killer a cui avrebbe fornito la pistola per ammazzare il rivale in amore.
Oggi, data in cui la vittima avrebbe compiuto 26 anni, gli amici hanno pubblicato una lettera straziante sulla pgina “Io Mi Chiamo Vincenzo”, nata in memoria del ragazzo:
“Buon compleanno ovunque tu sia.
Noi non ti abbiamo ancora detto addio e credo che mai lo faremo. Anche se è già passato quasi un anno, non riusciamo ad accettare che tu non sia più qui, non abbiamo ancora metabolizzato il tutto e…non ce la facciamo. Ti stringiamo forte nei ricordi, teniamo viva la tua presenza nel nostro cuore, ti parliamo, ti scriviamo… Se solo avessimo saputo che saresti dovuto volare via così presto, t’avremmo abbracciato fortissimo, senza lasciarti. Ma qui non abbiamo copioni ed i tragici colpi di scena sono imprevedibili ed inevitabili. Qui adesso siamo soli, con un vuoto nel petto che mai si colmerà e la rabbia che pigia ancora in testa, la voglia di gridare e di spaccare qualunque cosa. Ma non servirebbe a niente e nessuno. Così cerchiamo di stare composti ed in silenzio accanto alla tua famiglia che oramai, vedendo in noi delle piccole proiezioni di te, ci considerano quasi come figli. Mostriamo anche dei sorrisi, tanti, per trasmettere tranquillità e serenità, perchè tu non vorresti vedere noi, quelli a cui vuoi bene, star male. E cerchiamo di andare avanti, di non piangerci addosso, solo per te. Per te che sei l’infinito nei nostri cuori. Per te che ci manchi, sempre più. Per te che vivi in noi e con noi.Ogni cosa è per te.”
