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Napoletani scomparsi in Messico, è un crimine contro l’umanità

Il caso dei napoletani scomparsi in Messico passa alla Commissione diritti Interamericana. Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino sono dispersi nella regione di Jalisco dal 31 gennaio scorso e ad oggi non si hanno ancora notizie certe sul loro destino. Le autorità italiane sono intervenute sul caso e in settimana manderanno una delegazione del ministro degli Esteri in Messico per cercare di chiarire la vicenda.

L’avvocato delle famiglie dei tre napoletani, Claudio Faletti, ha dichiarato all’Ansa: “Le sparizioni laddove forzate, sistematiche e generalizzate possono essere anche assimilate a un crimine contro l’umanità. Ho chiesto ed ottenuto l’interessamento della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), di cui il Messico fa parte d è temporaneamente presidente”.

IL GIALLO DEL CODICE NUMERICO SULLA SCOMPARSA DEI TRE NAPOLETANI

A quanto pare l’organismo avrebbe chiesto al Messico di trattare il caso con maggiore rapidità in quanto sussistono i requisiti di “gravità, urgenza e irreparabilità”. Sempre secondo le dichiarazioni del legale lo Stato del Messico dovrà tenere costantemente informata la CIDH sull’attività investigativa. La Commissione ha già notificato al Messico un provvedimento urgente. Continua Faletti: “Siamo soddisfatti, le sparizioni forzate costituiscono una violazione multipla dei diritti fondamentali dell’essere umano, tanto gravi che se sistematiche o generalizzate possono essere anche assimilate a un crimine contro l’umanità”.

Cosa facevano i tre napoletani scomparsi in Messico?