Ci sarebbero altri sei italiani scomparsi in Messico oltre ai tre “magliari” napoletani di cui non si hanno più notizie dallo scorso 31 gennaio.
E’ quanto riferiscono media messicani anche se – precisano – che la denuncia di scomparsa non è stata ufficialmente presentata dai familiari. Le persone in questione sarebbero arrivate in Messico nello stesso periodo di Raffaele Russo, del figlio Antonio e del nipote Vincenzo Cimmino. Si tratta di altri “magliari” che sarebbero finiti nel mirino della criminalità organizzata locale.
Al momento le ricerche dei tre napoletani sono estese anche ai vicini stati di Guatemala, Nicaragua e Costa Rica. La corruzione della polizia messicana sta inducendo tutti alla prudenza da un lato ma sta alimentando allo stesso tempo sospetti e voci infondate. Da giorni non si hanno notizie del direttore della polizia di Tacatitlàn, irreperibile, insieme a un altro poliziotto, dopo l’arresto di tre agenti accusati di aver “ceduto” i tre napoletani al cartello denominato “Nueva generacion de Jalisco”.
Dopo il summit di tre giorni fa tra le autorità della polizia di Jalisco, il rappresentante dell’ambasciata italiana in Messico ed un dirigente del Viminale, è calato il silenzio e ogni notizia che viene dal Messico è difficile da confermare e ufficializzare. I giornali e in generale la maggior parte dei media messicani del posto continuano a fare ipotesi non certo positive sui tre napoletani alimentate anche dalle parole del procuratore di Jalisco secondo cui sarebbe in atto una guerra tra la mala locale e un’organizzazione italiana malavitosa leader nella vendita di generatori elettrici sul territorio messicano.

