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Italiani scomparsi in Messico, la svolta: arrestati tre agenti. Coinvolto il cartello Jalisco Nuova Generazione?

Tre arresti e un ricercato per la scomparsa dei tre napoletani in Messico. Secondo alcune fonti giornalistiche messicane che hanno citato a loro volta diverse fonti federali, sono stati fermati come responsabili del rapimento 3 agenti. Tutti sono operativi a Tecalitlßn, un quarto è ricercato.

Anche in Messico la notizia dei tre napoletani scomparsi sta avendo grande risonanza mediatica. Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino sono dispersi dal 31 gennaio e le autorità messicane e italiane stanno avanzando diverse ipotesi. Secondo la dichiarazione di un parente, in possesso di un audio prova, i due giovani nel tentativo di raggiungere il 60enne sarebbero stati fermati dalla polizia messicana e da quel momento sarebbero spariti da Tecalitlan, nella regione Jalisco.

Il giornalista messicano Carlos Loret de El Universal ha scritto un lungo articolo sulla vicenda in cui accosta il nome dei tre napoletani al Cartello di Jalisco Nuova Generazione, la più potente organizzazione criminale messicana in lotta per il controllo del territorio proprio nella regione in cui i tre sono spariti. I “desaparecidos” in quanto magliari sarebbero collegati dunque a un giro di truffe che, con molta probabilità si sarebbe scontrato con la mafia locale. Secondo il giornalista: “Raffaele Russo pare vendesse macchine e attrezzature contraffatte per la produzione di energia del marchio tedesco Bosch agli imprenditori e ai commercianti di Jalisco, anche se in realtà questo era fabbricato in Cina“.

Sempre secondo quanto scrive il messicano: “Tra i sospettati ci sarebbe anche il sindaco di Tecalitlan, Victor Dias Contreras. Questa storia dunque sarebbe molto più grande di quella descritta dallo striscione comparso allo stadio San Paolo“.

TRE NAPOLETANI SCOMPARSI IN MESSICO. IL GIALLO DELLA TRUFFA. COSA STANNO FACENDO LE AUTORITA’?

I familiari dei tre scomparsi però non sostengono questa versione, al contrario ribadiscono che i loro parenti sono magliari, ma non camorristi e non collegati a giri di mafia messicana e narcotraffico.  “L’impressione – concludono i parenti- è che in Messico si preferisca dare credito a menzogne”. Raffaele Russo intanto risulta essere stato arrestato nel febbraio del 2014 nello stato di Campeche per il reato di frode.