L'uomo ha violato il regime della sorveglianza speciale. Vollaro è il reggente dell'omonimo clan egemone a Portici
È riuscito a scampare ad un attentato ma non agli arresti. Così, dopo essere stato già arrestato lo scorso mese di giugno, Carlo Vollaro si è trovato ancora una volta le manette ai polsi.
Anche questa volta ha violato il regime di sorveglianza speciale mentre era detenuto agli arresti domiciliari. Il reggente dell’omonimo clan, in quell’occasione, è stato individuato e fermato in via Giordano Luca a Portici. Vollaro stava tenendo un summit di camorra con altri pregiudicati.
Invece, il 16 febbraio, il ras 39enne è riuscito a sopravvivere per miracolo ad un tentativo di agguato. L’arma del killer si è inceppata proprio quando il bersaglio era a tiro. Vollaro è riuscito a scappare rifugiandosi nel portone del palazzo di casa.
Carlo Vollaro è stato arrestato oggi perché trovato in compagnia di un pregiudicato di San Giorgio a Cremato, già noto alle forze dell’ordine per i reati legati allo spaccio di droga e alle estorsioni. Il 39enne è stato portato dai carabinieri presso il carcere di Poggioreale.
Il comunicato dei carabinieri:
“Portici: in carcere il capoclan dei Vollaro, arrestato dai carabinieri perché incontrava un pregiudicato.
I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno accertato che Carlo Vollaro, il 39enne di Portici ritenuto l’attuale reggente dell’omonimo clan camorristico attivo appunto in quel comune, recentemente si era visto più volte con un 60enne di San Giorgio a Cremano già noto alle forze dell’ordine per droga ed estorsione aggravata da finalità mafiose. Vollaro era sottoposto alla sorveglianza speciale, per altro con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza: quegli incontri hanno dunque costituito violazioni delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale ed è per questo reato che i militari di Torre Annunziata hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP (giudice per le indagini preliminari) di Napoli su richiesta della locale DDA (direzione distrettuale antimafia), traducendo Vollaro presso il carcere di Poggioreale“.