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Rapina in gioielleria a Frattamaggiore: confessano i banditi arrestati

E’ durata più o meno 72 ore la fuga dei malviventi coinvolti nella rapina alla gioielleria Corcione a Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Il tentato colpo di sabato pomeriggio è costato la vita a uno dei banditi, Raffaele Ottaiano, 27 anni, un pregiudicato di Caivano ucciso a colpi d’arma da fuoco dal gioielliere. A partecipare all’assalto al negozio c’erano anche loro: Luigi Lauro di Crispano, arrestato in flagranza da un agente della polizia, libero dal servizio, che si trovava nei pressi e che coraggiosamente è intervenuto; Carmine Pagnano, 30 anni, ferito all’avambraccio destro da un colpo di pistola; Antonio Topa, 28 anni e Pietro D’Angelo 41 anni. I pimi due sono del Bronx di Caivano, il terzo è di Frattamaggiore e avrebbe svolto il ruolo di palo.

I due banditi di Caivano hanno subito ammesso la partecipazione alla rapina. Sono stati beccati in seguito alle indagini svolte analizzando le immagini dei sistema di videosorveglianza pubblici e privati di corso Durante, la zona in cui è avvenuta la rapina. Fondamentali per trovare i componenti della banda sono stati i cellulari di Ottaiano e Lauro, le chat hanno subito permesso di identificare i nomi dei due arrestati la scorsa notte dai carabinieri del Gruppo di Castello di cisterna e della Tenenza di Caivano. Il terzo, D’Angelo, aveva provato a far perdere le proprie tracce allontanandosi invano nell’Avellinese. A incastrare il 41enne il rinvenimento a seguito di perquisizione domiciliare, di un giubbino e di un paio di scarpe utilizzate, secondo un video acquisito, nel corso della tentata rapina.

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Nel frattempo Luigi Corcione, il gioielliere che ha sparato e ucciso uno dei rapinatori, è indagato per il reato di  omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. Si attendono gli esami dell’autopsia eseguiti lo scorso martedì pomeriggio; le perizie balistiche per determinare l’esatta posizione di chi ha esploso i colpi di pistola e con quali armi. Fondamentale è capire chi ha sparato, quando e verso chi, soprattutto per determinare con esattezza la posizione giudiziaria del gioielliere. Diversi bossoli sono stati infatti rinvenuti sul posto, appartengono al gioielliere, ai rapinatori e alla pistola d’ordinanza dell’ispettore di polizia libero dal servizio.