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Cure anti-cancro, Iavarone divide la scienza: “Al Nord terapie di serie B per i meridionali”

Si dividono i ricercatori su alcune dichiarazioni rilasciate dallo scienziato Antonio Iavarone in un’intervista al Mattino sulle cure anti-cancro. “Terapie di serie B per i pazienti del Sud che vanno a curarsi al Nord“, è questa la frase che sta creando dibattito in queste ore e che ha richiesto l’intervento di Giuseppe Curigliano, il direttore per lo sviluppo di Nuovi farmaci e Terapie innovative dell’Ieo di Milano.

Lo scienziato beneventano, titolare del laboratorio di ricerca clinica della Coumbia University e autore insieme alla moglie sullo studio della fusione di geni che accendono i motori delle cellule tumorali, ha dichiarato:

Sono io stesso a suggerire ai meridionali di andare al Nord però quando entri in un ospedale del nord Italia sono trattati con il protocollo per meridionali, e non per una forma di razzismo. Una terapia di Serie B. Chi si cura fuori sede dopo qualche tempo è costretto a rientrare. E quindi determinate terapie che richiedono la presenza del paziente non vengono neppure iniziate. Per esempio l’estrazione di cellule immunitarie che vanno poi rinfuse nel paziente. La terapia basata sulle analisi genetiche è complessa e però è la sola in grado di portare risultati perché permette cure mirate e personalizzate“.

Molti campani si trasferiscono al Nord per le cure contro il cancro prediligendo Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, ma secondo Iavarone sarebbe inutile perché i cittadini del Mezzogiorno ricevono cure inadeguate e non innovative. Dichiarazioni scioccanti a cui Curigliano risponde:

Ma quello che dice il collega non corrisponde al vero. Qui a Milano adottiamo le più avanzate sperimentazioni del mondo e nel mio istituto, all’Ieo, curiamo tantissimi pazienti meridionali con la stessa intensità e attenzione riservata ai residenti. Anzi, dico di più, anche gli operatori sono del Sud e l’80% dei miei collaboratori proviene dalla Calabria, da Salerno, da Napoli. Chiunque venga da queste città riceve esattamente gli stessi trattamenti sperimentali“.

Negli ultimi anni però il Pascale di Napoli è diventato un ospedale di rilievo internazionale infatti secondo Paolo Ascierto, uno dei massimi esperti al mondo di immunoterapia e ricercatore proprio del Pascale: “La Campania non è seconda a nessuno, da qualche anno su alcuni fronti siamo unici in Italia soprattutto nell’immunoterapia. Utilizziamo farmaci immunologici per i tumori del polmone, del testa-collo, del rene e dello stomaco. In questo momento al Pascale abbiamo studi clinici tra i più avanzati a livello internazionale“. A concordare con Iavarone invece è Michele De Laurentis, primario della Oncologia medica del Pascale: “Spesso le chemio utilizzate al Nord per i nostri pazienti sono quelle minimali, in Campania invece su alcuni tumori tipizzati geneticamente applichiamo protocolli avanzatissimi anche rispetto all’Ieo. Semmai noi ci presentiamo malissimo“.

In merito a questa vicenda Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, in qualità di Commissario alla sanità ha presentato un’interrogazione consiliare per chiedere al Presidente della Regione spiegazioni al ministro della salute Lorenzin:

“Quel che ha denunciato il professor Antonio Iavarone e che altri oncologi hanno confermato è gravissimo e, qualora fosse confermato, dovrebbe portare a punizioni severissime, compresa la radiazione dall’ordine dei medici per coloro che hanno deliberatamente avviato cure di serie B per i pazienti campani. Questa vicenda, però, deve anche essere un ulteriore sprono a lavorare per migliorare ulteriormente la sanità campana che può già contare su un’eccellenza quale il Pascale” ha aggiunto Borrelli per il quale “la sfida ora è di migliorare l’offerta di cure nella nostra regione per i pazienti oncologici per ridurre sempre più i viaggi della speranza verso altre regioni, in modo da ottenere anche una sensibile diminuzione delle spese che, al momento, il sistema sanitario campano deve sostenere per pagare le cure che i campani ricevono negli ospedali del Nord”.