Un foglio, alcune note e un paio di frasi chiave: “Cinà in buoni rapporti con Berlusconi. Berlusconi dà 20 milioni ai Grado e anche a Vittorio Mangano” si legge chiaramente tra le tante annotazioni, si tratta di una serie di appunti di Giovanni Falcone che su un foglio ha sottolineato il nome di Berlusconi, durante l’audizione del pentito Francesco Marino Mannoia il 6 novembre del 1989.
L’esclusiva di Repubblica porta alla luce un reperto fondamentale ritrovato alcuni giorni fa nell’ufficio dello stesso Falcone da Giovanni Paparcuri, suo ex collaboratore: “Il dottore Falcone prendeva degli appunti prima di verbalizzare – ha spiegato l’ispettore Maurizio Ortolan, che in quei giorni dell’89 batteva a macchina le dichiarazioni del pentito Mannoia – quando poi dettava, tagliava con un tratto di penna gli argomenti affrontati. Questo foglio, l’avrà dimenticato o lasciato in ufficio a futura memoria?”.
Le rivelazioni sono fondamentali soprattutto oggi, in un quadro postumo, quando Marcello Dell’Utri braccio destro del Cavaliere sta scontando 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Paolo Borsellino, proprio alcuni giorni prima della strade di Capaci, nominò Berlusconi in un’intervista rivelando il collegamento con Mangano e Dell’Utri. Il Cinà a cui si fa riferimento nella nota dovrebbe essere Gaetano Cinà, mafioso le cui intercettazioni confermerebbero quanto sopra. In un altro foglio sempre ritrovato appare il nome di Vito Guarrasi, morto nel 1999, noto e controverso avvocato e manager. Stando alle parole di Giuseppe D’Avanzo la famiglia Guarassi avrebbe rappresentato un punto nevralgico per la mafia più dei Corleonesi.
