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Suicida in carcere Vincenzo Guerriero, ras del clan D’Alessandro

Stava scontando la pena all’ergastolo perché ritenuto il mandante dell’omicidio di Pietro Scelzo, ucciso il 18 novembre 2006 mentre stava rincasando dopo aver comprato le pizze da mangiare con la famiglia.

Si è tolto la vita Vincenzo Guerriero, alias Enzuccio ‘o cane, 39 anni, ritenuto un elemento di spicco del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia (Napoli), detenuto da circa 10 anni e, fino a ieri, rinchiuso in una cella del penitenziario di Benevento. Lo hanno trovato in fin di vita nel bagno della sua cella dove ha provato a impiccarsi con il laccio della tuta.

L’episodio è avvenuto nella serata di mercoledì 13 dicembre. Guerriero è stato prontamente soccorso da un operatore sanitario ma nonostante i tentativi di salvargli la vita non c’è stato nulla da fare. Nella mattinata di giovedì 14 dicembre la notizia del decesso.

Guerriero all’epoca dell’omicidio Scelzo era ritenuto uno dei reggenti del clan D’Alessandro. Decise di eliminare l’ex affiliato al clan, uscito da pochi mesi dal carcere, per punire il suo passaggio tra le fila degli scissionisti. A tradirlo fu una cimice piazzata nella sua abitazione dagli investigatori che lo tenevano sotto controllo per il traffico di droga. Cimice che ha poi consentito di ricostruire l’omicidio Scelzo e condannare all’ergastolo Guerriero.