Polemiche per la decisione del prete di accorciare il percorso: "
Doveva essere una giornata di festa e fede quella dedicata alla processione dell’Immacolata in programma a Torre del Greco, comune in provincia di Napoli. Si è rischiato invece la rissa che solo il tempestivo intervento delle forze dell’ordine ha evitato che accadesse.
Il corteo religioso, molto sentito e partecipato ogni anno, era già in forte dubbio a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Il tempo però in mattinata ha retto e la processione è regolarmente partita. La pioggia tuttavia si è manifestata poco dopo, quando il corteo si trovava in via Calastro, facendo saltare il percorso prestabilito.
Don Giosuè Lombardo, parroco della basilica di Santa Croce dove la processione parte e arriva, ha chiesto di rientrare in chiesa, mentre la stragrande maggioranza dei portatori chiedeva invece il regolare proseguimento del corteo. Alla fine entrambi sono rimaste sulle rispettive posizioni. Così il parroco è tornato in parrocchia mentre il corteo ha proseguito.
La tensione alle 15, al rientro della statua dell’Immacolata, accolta senza il suono delle campane e senza la rituale benedizione. Un atteggiamento che qualcuno ha letto come una sorta di ‘affronto’, tanto che i piu’ facinorosi hanno anche provato ad aggredire il prete, nel frattempo riparatosi nella sagrestia. Qualcuno ha colpito la porta a calci e pugni prima che intervenissero le forze dell’ordine che, anche se a fatica, hanno riportato la calma. Il bilancio è di due persone ferite.
LA ZONA IDENTITARIA E MALAVITOSA – Secondo quanto riferisce Il Mattino, la decisione di tagliare parte del percorso ha escluso il passaggio della statua della Madonna lungo “corso Garibaldi e tutta l’area definita “abbascioammare”, storica roccaforte del clan (Falanga, ndr). Ed è qui che si è scatenato l’inferno. I portatori, circa 500, e molti cittadini si sono ribellati, non potevano non percorrere tutta la zona di mare, quella dell’identità di una città marinara ma anche quella dove una volta si faceva fare l’inchino al carro sotto le abitazioni dei boss”.