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L’appello della figlia del boss Belforte: “Verità per mia madre”

La donna sarebbe stata un'amante di Belforte. Nella vicenda sarebbero coinvolti proprio il boss e l'attuale moglie

Era il 28 ottobre del 1991 quando Angela Gentile è scomparsa all’età di 37 anni senza lasciare tracce. Da allora di lei non si hanno avuto più notizie. Un caso avvolto nel mistero del quale la figlia ha chiesto giustizia. “Voglio la verità“, a parlare è proprio lei cresciuta da Domenico Belforte e sua moglie Maria Buttone.

Secondo alcune indiscrezioni la vittima sarebbe stata un’amante del boss, capo di uno dei clan storici e più potenti del casertano. E questa sarebbe stata la “colpa” della donna. La particolarità della vicenda sta nel fatto che la donna è stata poi cresciuta da Belforte e la Buttone.

Proprio questo coinvolgimento dei genitori adottivi ha sempre spiazzato la voglia di denuncia della donna, la cui sete di verità però non si è mai placata. Così, dopo che la DDA (Direzione distrettuale antimafia) ha confermato l’ipotesi investigativa, la ragazza ha deciso di lanciare questo appello: “Voglio sapere cosa è successo“.

Hanno dichiarato i parenti della donna: “Voleva tornare dalla nonna materna, tanto che, i Belforte ci chiamarono più volte per andare a tranquillizzarla, ma ci dicevano di lasciarla con loro perché erano ricchi e le avrebbero dato un futuro migliore di quello che avremmo potuto darle noi, che di certo non navigavamo nell’oro. Non ci siamo mai opposti perché avevamo paura di loro“.

Una vicenda particolarmente misteriosa sulla quale gli inquirenti hanno spiegato il meccanismo legale: “I Belforte – si legge negli atti – hanno preteso, senza incontrare alcun ostacolo, di crescere la figlia di Angela Gentile, alla luce del fatto che era una Belforte, nata prima del matrimonio di Mimì Belforte con la Buttone. Nel 1992, la moglie e la madre di Domenico Belforte si presentarono presso gli assistenti sociali della provincia. Le due, per conto dello stesso Belforte, padre della bambina, ne chiesero l’affidamento. A tale richiesta le assistenti sociali, che non hanno mai informato il Tribunale per i Minorenni di Napoli, produssero un’istanza al Giudice Tutelare di Caserta per la nomina di un tutore per la minore: la pratica non ha avuto nessun esito“.

L'appello della figlia del boss Belforte: "Verità per mia madre"
Da sinistra Angela Gentile, Domenico Belforte e Maria Buttone