Da qualche anno viveva a Prato dove si era stabilito per iniziare una nuova vita dopo la fine del clan gestito dal padre e dagli zii. Ma non è bastato il trasferimento in Toscana per fuggire dai guai giudiziari. Antonio Sarno, 39 anni, figlio di Ciro ‘o sindaco (nella foto a destra), storico boss di Ponticelli (oggi collaboratore di giustizia) è stato arrestato venerdì mattina dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, in collaborazione con i colleghi di Prato, nell’ambito di un esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a carico di 4 esponenti del disciolto clan camorristico dei Sarno.
Oltre al figlio del boss, i destinatari sono Antonio Tubello, 50 anni, Nicola Martinez, 60 anni, e Vincenzo Cece, 47 anni (già detenuto per altri reati), tutti originari di Napoli. Le indagini, che si sono avvalse del contributo dichiarativo di numerosi collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire il contesto criminale in cui è maturato l’omicidio di Paolo Colaiacolo, soprannominato ‘o addurmuto, ucciso a 24 anno il 19 giugno del 1998 mentre si trovava in una sala gioca di Ponticelli e giocava ai video poker. I killer, Cece, Tubello e Martinez, entrano in azione a bordo di un’auto per assecondare le richieste degli allora reggenti del clan Antonio Sarno e Ciro Esposito.
L’omicidio di Colaiacolo fu deciso per vendicare l’autobomba di via Argine (24 aprile 1998) in cui morì Luigi Amitrano, nipote del boss Vincenzo Sarno, vero obiettivo dell’attentato. Un agguato che segnò la fine della pax tra i Sarno e i De Luca Bossa del Lotto Zero. Scissione voluta fortemente da Antonio De Luca Bossa, alias Tonino ‘o sicco, killer di fiducia di Ciro Sarno. Oggi Antonio De Luca Bossa (nella foto a sinistra), 47 anni, è in carcere da quasi 20 anni per via di una condanna definitiva all’ergastolo per l’autobomba di via Argine.
Colaiacolo, secondo le risultanze investigative, venne ucciso perché, dopo la tragica morte di Amitrano, si schierò apertamente con il clan De Luca Bossa. L’operazione eseguita dalla Squadra Mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Luigi Rinella, rappresenta un positivo riscontro alla strategia della Direzione Distrettuale Antimafia tesa a non abbandonare le inchieste su fatti criminosi accaduti nel recente passato, delegando alla polizia giudiziaria attività a riscontro di nuovi elementi investigativi, emersi anche in seguito alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, nonché attraverso la meticolosa analisi e la rielaborazione del patrimonio probatorio ed indiziario raccolto all’epoca dei fatti.
Nicola Martinez e Antonio Tubello sono stati catturati nel quartiere di Ponticelli mentre Antonio Sarno, figlio di Ciro, e all’epoca dei fatti capo indiscusso del clan è stato catturato a Prato, ove si era stabilito da qualche anno.
