Lucio D’Alessandro, rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e altri 3 docenti potrebbero essere accusati del reato d’abuso d’ufficio. A tutti è arrivato un avviso di chiusura di un’indagine preliminare che ha come oggetto un concorso per un posto di ricercatore svoltosi nel 2004, che fu vinto da Francesco Zecchino, figlio dell’ex ministro dell’Università Ortensio.
Nell’indagine svolta dal pm Graziella Arlomede con il coordinamento del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, emerge un ruolo chiave di D’Alessandro, l’attuale rettore del Suo Orola, all’epoca dei fatti prorettore, che avrebbe creato una commissione ad hoc per favorire la vittoria di Zecchino jr. Con lui sono indagati i membri della deputazione: Giovanni Coppola, Anna Giannetti e Alessandro Viscogliosi, per loro pende anche il reato di concorso in falso.

Nell’indagine D’Alessandro figurerebbe come il regista del concorso svoltosi nel 2004 poiché, secondo gli inquirenti, avrebbe creato una commissione di persone molto vicine all’ex ministro Zecchino, così da favorire la vittoria del figlio. Ad aggiudicarsi il posto di ricercatore fu proprio Francesco e questo, com’era facilmente prevedibile, suscitò malumori tra gli altri candidati. Una studentessa, infatti, presentò un ricorso al Tar, che annullò la graduatoria del concorso, sottolineando: “Un’evidente svalutazione dei titoli accademici e della prova d’esame” ai danni dell’altra concorrente. L’ateneo così riconvocò la commissione che elesse nuovamente Zecchino, l’altra candidata ripercorse l’iter dell’appello al Tribunale Amministrativo Regionale, che decretò la necessità di una nuova valutazione dei titoli degli esaminati questa volta svolta da un direttivo composto ex novo. La commissione riunitasi un’altra volta “Reiterò la svalutazione dei titoli dell’altra candidata“, favorendo così nuovamente Zecchino jr. E proprio su questo punto oggi si focalizza l’attenzione della magistratura.
Adesso il pm della sezione reati contro la pubblica amministrazione dovrebbe procedere al rinvio a giudizio delle 4 persone indagate, che hanno 20 giorni per scegliere se presentare una memoria difensiva o presentarsi a un interrogatorio. Lucio D’Alessandro, intanto, si è detto sereno:
“È una vicenda molto vecchia e risalente nel tempo, sulla quale mi sento davvero sereno. Non desidero rilasciare dichiarazioni perché non intendo in alcun modo interferire con il delicatissimo lavoro della magistratura“, ma sulla questione preferisce non rilasciare ulteriori dichiarazioni, attendendo l’esito del lavoro della magistratura.
