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Camorra, 8 anni di carcere alla moglie del boss Raffaele Ascione

Immacolata Adamo è vedova dal 2004. La sentenza di primo grado è arrivata dopo la fine del processo "Freedom"

Sono più di 100 anni il totale della pena inferta dal collegio giudicante guidata dal Presidente Gabriella Pepe ai danni del clan camorristico AscionePapale. È stata accolta dai giudici la richiesta del Pm Pier Paolo Filipelli che ha avviato l’inchiesta nel 2014. L’operazione Freedom ha avuto inizio a luglio dello scorso anno quando un’operazione dei Carabinieri ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare contro 18 affiliati al sodalizio che sono stati accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona, ricettazione, porto e detenzione di arma da fuoco ed estorsione.

Come riportato da Il Roma tra i condannati risulta anche Immacolata AdamoVedova nera” della camorra perché moglie di Raffaele Ascione. Quest’ultimo, boss e capo clan, è morto nel 2004 mentre era rinchiuso presso il carcere di Carinola. La donna dovrà scontare 8 anni e 8 mesi di detenzione perché accusata di aver gestito le attività e gli affari del clan durante l’assenza del marito. Adamo ha impartito ordini e direttive agli uomini del sodalizio dopo che Ascione è stato arrestato.

Immacolata Adamo era diventata proprio per questo un obiettivo del clan rivale, i sodalizio dei BirraIacomino. Il super boss Giovanni Birra voleva approfittare della debolezza dei rivali orfani di Ascione infliggendogli il colpo mortale. L’apice della faida che ha insanguinato Ercolano si è avuto quando la Vedova nera ha rifiutato i 25mila euro che i suoi nemici le avevano dato per mettere la parola fine alla guerra e accettare la resa. Per fortuna sono intervenute le operazioni della giustizia a sedare il conflitto e stoppare l’escalation di violenza. Infatti sono stati numerosi gli arresti che hanno colpito anche il clan Birra-Iacomino. Gli investigatori hanno agito grazie all’ausilio di intercettazioni, colloqui in carcere, video ambientali e alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.