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Lo zio “canta”, i killer uccidono il nipote Nicola Notturno: i retroscena dell’agguato di Scampia

Non si è lasciata attendere la risposta della camorra alla decisione di Gennaro Notturno, 47 anni, detto ‘o sarracino, di iniziare a collaborare con la giustizia. Pochi giorni dopo la pubblicazione di alcune sue dichiarazioni relative alla faida di Scampia iniziata a fine settembre 2004 con l’omicidio di Luigi Aliberti, affiliato al clan Di Lauro, i killer hanno mandato un segnale più che eloquente al boss pentito.

Nicola Notturno

E’ questa la pista principale che seguono gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli dopo l’omicidio avvenuto nella notte tra domenica e lunedì a Scampia. I sicari sono entrati in azione in via Ghisleri ammazzando con numerosi colpi d’arma da fuoco, almeno sette (calibro 7.65), Nicola Notturno, 21 anni, figlio di Raffaele, 44 anni, e nipote di Gennaro ‘o sarracino e Vincenzo, 40 anni. Ancora da chiarire la dinamica di un agguato studiato nei minimi dettagli. I killer hanno fatto fuoco a pochi passi dall’abitazione della vittima, nell’androne di un palazzo nei pressi del lotto T/A. Una pioggia di piombo che non ha lasciato scampo al 21enne, deceduto durante il trasporto in ambulanza all’ospedale San Giovanni Bosco.

Nicola Notturno era già noto alle forze dell’ordine. Suo padre Raffaele e i suoi due zii, Gennaro e Vincenzo (tutti e tre in carcere da anni), erano considerati i capi dell’omonimo clan che insieme agli Abete-Abbinante e agli Amato Pagano diede il là alla scissione dal clan Di Lauro. Toccherà ora agli investigatori ricostruire la dinamica di una vendetta trasversale e capire chi tra i numerosi clan presenti nell’area a nord di Napoli sia entrato in azione.